19/02/12

Ventanni da Tangentopoli: a quando una "giustizia giusta?"

Mentre i cittadini italiani, in una fase economicamente delicata, in una Europa scossa dalla crisi del debito, sono chiamati a stringere la cinghia ed affrontare una lunga stagione di sacrifici, è partita una grande campagna mediatica “contro la corruzione, i corruttori e i corrotti” che naturalmente appartengono nell’immaginario collettivo alla Casta dei privilegiati, dunque dei politici. Si istilla questa interpretazione enfatizzando, ad esempio, l’anniversario di Manipulite per prefigurare la necessità di un ritorno in grande stile dell’epoca delle manette facili e degli avvisi di garanzia quotidiani.

Si vuole ad ogni costo salvaguardare l’unica categoria intoccabile – quella della magistratura – invocandone un nuovo protagonismo, convincendo giorno dopo giorno l’opinione pubblica che il 2012 non sia poi così diverso dal 92! Anzi, siccome sono trascorsi “impunemente” vent’anni, l’indignazione pubblica deve crescere e le Procure devono far tintinnare le manette. Può sembrare una lettura forzata degli eventi, mentre invece fotografa ciò che più serve ed è congeniale ad un governo dei tecnici che non è stato scelto dal popolo e che al popolo, invece, deve chiedere di tutto e di più.

In altri termini è partita una operazione mediatica che si prefigge due scopi convergenti, dopo la stagione dei governi Berlusconi che ha disperatamente provato a rilanciare i valori di libertà contro ogni supplenza politica della Magistratura . Il primo obiettivo è appunto quello di rilanciare l’azione massiccia, apparentemente contro la corruttela, delle tante procure italiane che negli ultimi anni avevano perso smalto. Il secondo scopo riguarda la necessità di garantire al Governo dei Tecnici una sostanziale libertà di azione, approfittando di un’opinione pubblica indignata e furente più per la corruzione dilagante che per le tasse, i sacrifici, la mancanza di posti di lavoro.

C’è poi, insieme a tutto questo, il desiderio di delegittimare la classe dirigente politico-parlamentare che negli ultimi venti anni ha avuto la responsabilità di guidare il Paese. Si tralascia o si nasconde il piccolo dettaglio che quella classe dirigente, di centro destra come di sinistra, era legittimata da un voto popolare che questa volta è venuto a mancare. Il tentativo di stravolgere la realtà e di proporre una nuova stagione di “politici onesti e incorruttibili magistrati” ricorda periodi assai poco virtuosi per la libertà del nostro Paese e per la storia delle grandi democrazie. Si invocano nuovi Robespierre e si infonde tra la gente un clima di sfiducia verso che ci ha finora governato, magari per legittimare e dare campo libero a quanti vorrebbero approfittare dell’ “emergenza” per radicarsi a spese altrui.
Di Paolo

0 commenti:

Posta un commento