E' ormai acclarato che la nostra società sta vivendo, forse senza averne piena consapevolezza, una dipendenza dalla genetica o che dir si voglia una "genetomania".
Per tranquillizzare chi legge è giusto chiarire che non si tratta di una malattia contagiosa ma della maniacale inclinazione a considerare "manipolabile" tutto quello che si può controllare e cambiare a nostro piacimento. Compresa la mente umana. Da qui la nascita di una seconda maniacale tendenza: la "neuromania".
La domanda che in questi casi si pone in modo perentorio è se è lecito tradurre in realtà tutto ciò che può essere tecnicamente possibile. Sembrerebbe un gioco di parole e invece no.
Il filosofo australiano Singer ha ribadito ancora una volta la sua ormai leggendaria eccentricità e ha concepito l'idea di creare una pillola dell' empatia. Si, una pillola in grado di modulare nell'uomo il suo istinto empatico verso i suoi simili in difficoltà, stimolando alcune aree celebrali rispetto ad altre. Queste infatti, sarebbero responsabili di determinati comportamenti empatici che poi ogni essere umano esternerebbe a modo proprio.
Così Singer avrebbe pensato che per migliorare i rapporti sociali, sarebbe opportuno "omologare" tra gli esseri umani un diffuso sentimento di solidarietà, di tutti verso tutti. Quindi come suggerimento, il filosofo metterebbe completamente al bando il libero arbitrio, condizionato dalla personalità, dall'intelligenza e dai sentimenti individuali per dare spazio ad una situazione di assoluto strapotere farmacologico. Nel senso che la strada migliore, sarebbe quella di affidare la nostra volontà e decisione alla più avanzata neurobiologia e neurofarmacologia. Il presupposto parte dal concetto che solo la migliore genetica, potrebbe aiutarci a comprendere la vera natura umana, con il risultato di compiere passi da gigante nel progresso della medicina. Naturalmente una ipotetica pillola così tecnologica, non potrebbe mai essere assunta senza la nostra partecipazione. Pertanto il nostro pieno consenso, sarebbe il lasciapassare obbligatorio per consentire anche ai medici, di manipolare la capacità di intendere e di volere. A parte l'evidente riduzionismo semplificatorio che vorrebbe ridurre l'essere umano a mera biologia, la gravità della proposta di Singer, sta nell'idea di credere possibile di poter annullare del tutto, il libero arbitrio dell'uomo; come se, il nostro agire sia illusoriamente determinato da semplici automatici comportamenti, da poter accendere o spegnere con un semplice click. L'evidente banalità del pensiero del noto filosofo, inciamperebbe sul fatto oggettivo che la nostra mente non è riducibile al cervello, così come l'essere una persona non è una semplice questione di geni, ma un complesso modi di essere che trascende la stessa corporeità fisica.
Sotto il profilo del diritto, tra l'altro, basta soffermarsi sui concetti di capacità giuridica che si acquista con la nascita e si estingue soltanto con la morte del titolare. Stesso regime vige per la capacità di agire che consiste nella idoneità del soggetto maggiorenne, di modificare la propria sfera giuridica con atti di volontà. Là dove la incapacità è all'opposto, la non idoneità della persona a compiere autonomamente atti di volontà aventi effetti giuridici. Continuiamo con i diritti della personalità, giuridicamente definiti "soggettivi assoluti" aventi per oggetto attribuzioni essenziali della persona umana. Anche questi dal momento della nascita, si estinguno con la morte del loro titolare. Tali aspettative trovano fondamento nel codice civile italiano, poichè in essi emerge l'interesse del titolare al loro soddisfacimento, mediante il godimento della propria persona. Ne discende che nel complesso, il diritto alla vita, all'integrità fisica e alla salute sono tutte legittime aspettative dell'essere umano, tutelate inoltre sia in sede costituzionale che penale. L'art.5 del c.c. ne rappresenta un chiaro esempio, quando "vieta gli atti di disposizione del proprio corpo" che "cagionino una diminuzione permanente dell'integrità fisica, o quando siano altrimenti contrari alla legge, all'ordine pubblico o al nuon costume". Poichè l'integrità fisica non può subire una violazione, nemmeno se l'intervento medico sia diretto a vantaggio del titolare (del diritto stesso) al quale peraltro spettano le valutazioni sia sul rischio medesimo sia sulla decisione di menomare definitivamente la propria integrità. - Cass. 10-12-86, n. 7372, rv. 449423.
Possiamo estendere analoghe considerazioni, spostandoci in sede costituzionale e riferendoci precisamente, all' articolo 13 che garantisce l'inviolabilità della libertà personale, valutando la salvaguardia della propria salute e integrità fisica. - Cass. 25-11-94, n.10014, rv. 48813.
Dunque oltre agli innumerevoli spunti giuridici contenuti nel codice civile e nella Carta fondamentale italiana, basilari considerazioni etiche soccorrono nel considerare semplicemente inaccettabile, una simile ingerenza da parte della medicina di avanguardia.
Concluderei con le parole di Giovanni Paolo II il quale, nel suo discorso ai membri dell’Accademia delle Scienze il 10 novembre del2003, a tale proposito affermava: "Gli scienziati stessi percepiscono, nello studio della mente umana, il mistero di una dimensione spirituale che trascende la fisiologia cerebrale e sembra guidare tutte le nostre attività come esseri liberi e autonomi, capaci di responsabilità e di amore, e caratterizzati dalla dignità».
Il filosofo australiano Singer ha ribadito ancora una volta la sua ormai leggendaria eccentricità e ha concepito l'idea di creare una pillola dell' empatia. Si, una pillola in grado di modulare nell'uomo il suo istinto empatico verso i suoi simili in difficoltà, stimolando alcune aree celebrali rispetto ad altre. Queste infatti, sarebbero responsabili di determinati comportamenti empatici che poi ogni essere umano esternerebbe a modo proprio.
Così Singer avrebbe pensato che per migliorare i rapporti sociali, sarebbe opportuno "omologare" tra gli esseri umani un diffuso sentimento di solidarietà, di tutti verso tutti. Quindi come suggerimento, il filosofo metterebbe completamente al bando il libero arbitrio, condizionato dalla personalità, dall'intelligenza e dai sentimenti individuali per dare spazio ad una situazione di assoluto strapotere farmacologico. Nel senso che la strada migliore, sarebbe quella di affidare la nostra volontà e decisione alla più avanzata neurobiologia e neurofarmacologia. Il presupposto parte dal concetto che solo la migliore genetica, potrebbe aiutarci a comprendere la vera natura umana, con il risultato di compiere passi da gigante nel progresso della medicina. Naturalmente una ipotetica pillola così tecnologica, non potrebbe mai essere assunta senza la nostra partecipazione. Pertanto il nostro pieno consenso, sarebbe il lasciapassare obbligatorio per consentire anche ai medici, di manipolare la capacità di intendere e di volere. A parte l'evidente riduzionismo semplificatorio che vorrebbe ridurre l'essere umano a mera biologia, la gravità della proposta di Singer, sta nell'idea di credere possibile di poter annullare del tutto, il libero arbitrio dell'uomo; come se, il nostro agire sia illusoriamente determinato da semplici automatici comportamenti, da poter accendere o spegnere con un semplice click. L'evidente banalità del pensiero del noto filosofo, inciamperebbe sul fatto oggettivo che la nostra mente non è riducibile al cervello, così come l'essere una persona non è una semplice questione di geni, ma un complesso modi di essere che trascende la stessa corporeità fisica.
Sotto il profilo del diritto, tra l'altro, basta soffermarsi sui concetti di capacità giuridica che si acquista con la nascita e si estingue soltanto con la morte del titolare. Stesso regime vige per la capacità di agire che consiste nella idoneità del soggetto maggiorenne, di modificare la propria sfera giuridica con atti di volontà. Là dove la incapacità è all'opposto, la non idoneità della persona a compiere autonomamente atti di volontà aventi effetti giuridici. Continuiamo con i diritti della personalità, giuridicamente definiti "soggettivi assoluti" aventi per oggetto attribuzioni essenziali della persona umana. Anche questi dal momento della nascita, si estinguno con la morte del loro titolare. Tali aspettative trovano fondamento nel codice civile italiano, poichè in essi emerge l'interesse del titolare al loro soddisfacimento, mediante il godimento della propria persona. Ne discende che nel complesso, il diritto alla vita, all'integrità fisica e alla salute sono tutte legittime aspettative dell'essere umano, tutelate inoltre sia in sede costituzionale che penale. L'art.5 del c.c. ne rappresenta un chiaro esempio, quando "vieta gli atti di disposizione del proprio corpo" che "cagionino una diminuzione permanente dell'integrità fisica, o quando siano altrimenti contrari alla legge, all'ordine pubblico o al nuon costume". Poichè l'integrità fisica non può subire una violazione, nemmeno se l'intervento medico sia diretto a vantaggio del titolare (del diritto stesso) al quale peraltro spettano le valutazioni sia sul rischio medesimo sia sulla decisione di menomare definitivamente la propria integrità. - Cass. 10-12-86, n. 7372, rv. 449423.
Possiamo estendere analoghe considerazioni, spostandoci in sede costituzionale e riferendoci precisamente, all' articolo 13 che garantisce l'inviolabilità della libertà personale, valutando la salvaguardia della propria salute e integrità fisica. - Cass. 25-11-94, n.10014, rv. 48813.
Dunque oltre agli innumerevoli spunti giuridici contenuti nel codice civile e nella Carta fondamentale italiana, basilari considerazioni etiche soccorrono nel considerare semplicemente inaccettabile, una simile ingerenza da parte della medicina di avanguardia.
Concluderei con le parole di Giovanni Paolo II il quale, nel suo discorso ai membri dell’Accademia delle Scienze il 10 novembre del2003, a tale proposito affermava: "Gli scienziati stessi percepiscono, nello studio della mente umana, il mistero di una dimensione spirituale che trascende la fisiologia cerebrale e sembra guidare tutte le nostre attività come esseri liberi e autonomi, capaci di responsabilità e di amore, e caratterizzati dalla dignità».
dott.ssa Silvia Bosio
Dottore di Ricerca in Bioetica
U.C.S.C. Roma
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