La benzina a due euro al litro. Ecco
la più visibile conseguenza negativa della crisi globale. Con
ripercussioni ancora più negative sulla vita quotidiana, sulle tasche e
sui risparmi dei cittadini. Nel frattempo, stanno per farsi sentire
direttamente sulla pelle, è questione ormai di giorni, le scottature che
saranno provocate dagli aumenti delle tasse: quelle nazionali e locali,
quelle sopratutto sul primo bene, la casa. Oggi poi qualcuno parla
addirittura di “venerdì nero” riferendosi al primo effetto concreto
delle manovre: il prelievo fiscale che incide su oltre cinque milioni di
imprese piccole e medie e sui lavoratori autonomi. Lo Stato incasserà
così 9,3 miliardi di euro, mentre altri 5 miliardi arriveranno dalle
ritenute Irpef sui dipendenti, per un totale di quasi 14 miliardi e
mezzo di euro. Il venerdì della maxi scadenza fiscale conferma che la
pressione del nostro Fisco non ha mai raggiunto livelli tanto elevati.
Intanto
sta calando in maniera vistosa il ritmo dei consumi: se è stata toccata
perfino la spesa per gli alimentari, ciò significa che si sta
raschiando il fondo del barile e che si sta tornando ai primi anni
Ottanta. Preoccupante pure il continuo peggioramento delle condizioni
della classe media, rilevata in molte indagini statistiche sempre più
vicina al livello della povertà. Ecco perché l’allarme di Bankitalia,
per cui il tetto delle tasse non può più essere sforato, e perché anche
l’allarme di alcuni economisti liberali, per cui si deve porre a questo
punto un limite invalicabile pure alla spesa pubblica. Il guaio è che
non siamo ancora usciti completamente dall’emergenza e nessuno oggi è in
grado di prevedere o tanto meno di quantificare altri, eventuali colpi
di frusta. Altro dato negativo, la mancanza finora di una decisa
inversione di rotta del sistema economico verso la ripresa e verso lo
sviluppo. Eppure, tutti sanno che se non si innesta questa tanto
sospirata ripresa non sarà neanche possibile creare nuovi posti di
lavoro, per dare una minima risposta alle attese dei giovani disoccupati
e delle donne.
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