24/04/12

Berlusconi stia attento. Casini fa il poker player


Per un Silvio Berlusconi che risale la china, c’è sempre un Pierferdinando Casini che rischia di finire nel baratro. Già, perché mentre il primo, dopo mesi di silenzio e un ruolo defilato all’interno della scena politica nazionale, sta tornando alla ribalta
(prima con l’annuncio di Alfano della più grande novità politica che verrà presentata dopo le amministrative e poi con la riunione tenutasi oggi con i coordinatori regionali e provinciali del Pdl), il secondo annaspa, cercando di restare sulla cresta di un’onda che con il passare dei giorni si sta dissolvendo.
Nell’Udc, ma in particolar modo nel Terzo Polo, si respira un’aria da lunghi coltelli. Fini e Rutelli non stanno gradendo il ruolo di super leader che Casini si è inventato e nell’Udc, dopo l’azzeramento dei vertici, in molti iniziano a pensare il partito della nazione, o come si chiamerà, sia un progetto zoppo in partenza. 

Ma non ci sono solo questi fattori a rendere l’idea di un Casini in serie difficoltà. La ventata di anti politica, infatti, non ha spazzato via solo i consensi di quei partiti coinvolti nelle varie inchieste giudiziarie sui rimborsi elettorali, ma sta iniziando a togliere voti anche a coloro i quali all’esterno del palazzo hanno sempre mantenuto un’immagine di trasparenza e onestà. Per non parlare dell’appoggio convinto al Governo delle ‘tasse’ di Mario Monti, di cui Casini e il Terzo Polo sono stati i maggiori sponsor, e di quella politica del ‘sì a tutto’ che fa trasparire una certa sudditanza d’opportunità verso i tecnici. E forse, anzi, quasi sicuramente, sono questi i motivi che hanno spinto oggi Casini a rispondere ‘picche’ all’appello di unità dei moderati lanciato da Silvio Berlusconi durante la riunione con i coordinatori del Pdl. 

E' un suo proposito che rispetto, ma l'unita' dei moderati si fa su cose concrete, non su nominalismi, su cose vere, sui programmi e su un’idea del Paese. Se pensiamo all'uso del termine moderati in questi anni vediamo che e' stato molto abusato”, ha detto il leader maximo dell’Udc, rispondendo a chi gli chiedeva cosa ne pensasse delle parole di Berlusconi. Ed è proprio qui la chiave di volta della vicenda. Il ‘preziosismo’ di Casini non deriva dalla sicurezza e dalla convinzione che il suo progetto andrà in porto. Orfano di Montezemolo e con diverse palle al piede non andrà lontano. Al contrario questa pseudo guasconeria è il sintomo più evidente delle sue difficoltà. Così la strategia dei centristi risulta simile a quella dei poker player: bleffare per avere vantaggio sulle future scelte nell’ipotesi di un’alleanza con il centrodestra. Sta a Berlusconi, dunque, la scelta. Delle due l’una: continuare a pregare Casini, riducendo così la propria influenza e il proprio peso politico, o ritirare l’amo e andare per la propria strada.

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