24/04/12

D'Alema furioso ed invidioso di Alfano

Chi parla di serietà, di solito ha qualcosa da farsi perdonare proprio in termini di coerenza e di fedeltà al principio che evoca. Quando poi si tratta di D’Alema che vorrebbe stuzzicare Alfano ritenendolo artefice di slogan propagandistici sul Pdl e sul futuro del centro destra, “mentre ci vorrebbe più serietà”, il pulpito già sconfessa la predica! 
Il Segretario del Pdl si è limitato a lanciare precisi segnali di rinnovamento e ad annunciare (è vietato? oppure al leader Maximo da fastidio la perdita di visibilità che la mossa di Alfano ha tolto al suo pupillo Casini?) una tra le più importanti rivoluzioni della politica italiana per il mondo moderato, dopo le amministrative. Il galateo, così come il buon senso, imporrebbero che la curiosità dei concorrenti politici e dei simpatizzanti, aspettasse di saperne e capirne qualcosa di più.
Alfano ha annunciato che il partito rinuncerà gradualmente al rimborso per le spese elettorali e si affiderà esclusivamente al contributo da parte dei privati. Ha specificato inoltre, ma forse le quote che ciascun simpatizzante potrà sottoscrivere, non dovranno superare una soglia ragionevole e limitata per non affidare la golden share a chicchessia. E’ stato sempre Alfano a chiedere due mesi orsono uno sforzo a tutti i partiti, a cominciare dal suo, per applicare l’articolo 49 della Costituzione che richiede regole certe e trasparenti per tutte le formazioni legate al consenso dei cittadini e che operano in loro nome. Oggi sul tema dei rimborsi delle spese elettorali è stata tra l’altro convocata la Direzione Nazionale del Partito per arrivare ad una proposta esplicita e condivisa.

La serietà di D’Alema è nota: ieri, illuminato da Hollande, ha scoperto che in Europa “votano i popoli e non i mercati”. Questo ci fa stare più tranquilli perchè non pretendiamo la serietà dagli altri quando i precedenti non la autorizzano. E tuttavia nella fase più tormentata per le tasche degli italiani vessati dell’emergenza del governo tecnico, siamo stati noi ad imporre la rateazione dell’Imu e il divieto all’esecutivo di nuove tasse sulla case degli italiani. La serietà dei fatti è sempre molto diversa da quella delle parole. E dei parolai.
Di Paolo

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