20/04/12

Il partito della nazione è un tranello teso al Pdl


Lui si mostra sicuro di sé, convinto del suo progetto, quasi certo di arrivare all’obiettivo che da tempo si è prefissato: il Colle. Ma Pierferdinando Casini in realtà è tutt’altro che tranquillo e sereno.
Il leader dell’Udc, infatti, negli ultimi tempi deve aver capito che tira una brutta aria. Il gradimento di Monti è in picchiata, il vento dell’antipolitica soffia più forte che mai contro il palazzo del potere e gli italiani, oramai ridotti sul lastrico dal Governo ‘tassa tutto’, si sono stufati degli appelli alla responsabilità e alla pazienza di chi, poi, è il meno colpito dagli effetti devastanti delle misure recessive di Mario Monti e dalla gravissima crisi che a fine mese si ripercuote solamente sulla classe medio-bassa del paese. Così Pierfurby, che di furby ha proprio poco, ha deciso di virare verso il partito della nazione - anche se le ultime indiscrezioni rivelano che non si chiamerà così - chiamando a rapporto gli infedeli del Pdl, vedi Pisanu e la sua corte dei miracoli e rischiando quasi di far cadere il Governo del quale lui è stato il primo sponsor. 

Fatta questa premessa, ora è necessario avvertire Silvio Berlusconi dal rischio di convergere, in questo momento, verso il progetto di larghe intese messo a punto dall’ex braccio destro di Arnaldo Forlani. Il Cav., dicono le gole profonde di Palazzo Grazioli, sarebbe molto tentato di fare un passo verso la grande ammucchiata dei moderati formata da Casini, Fini e Rutelli. D’altronde non è un mistero che il sogno mai realizzato da Berlusconi è sempre stato questo: un unico cartello elettorale capace di mettere insieme i partiti italiani che hanno aderito al Ppe.

Ma attenzione a non sbagliare la tempistica. Qui, infatti, si apre un bivio cruciale per il futuro del Pdl. Le opzioni sono due. Seguire una politica interventista, ossia aderire apertamente all’appello alla coesione lanciato da Casini, o tenere un prudente atteggiamento attendista, logorando la sicurezza di questa nuova specie di Dc e costringendola a chiedere il soccorso del Cav e dei suoi uomini. Dunque, sta proprio a quest’ultimi decidere la propria sorte. Giocarsi politicamente bene il possesso di palla o cadere nel tranello di chi ha costretto l’Italia ad accettare un Governo non eletto che sta operando in maniera pessima.

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