26/04/12

Italia riparti: ecco come è possbile


Mentre Casini si pone come il paladino senza se e senza ma di Monti, il Pdl lavora - riuscendoci - per migliorare i provvedimenti del governo e renderli più equi, nella consapevolezza che esiste la necessità inderogabile di un progetto di sviluppo futuro che si basi su tre pilastri: meno tasse, meno spesa pubblica e meno debito. Nel decreto fiscale approvato la scorsa settimana, il governo ha accettato la proposta del Pdl di prevedere una rateizzazione dell'Imu sulla prima casa, e questo consentirà a molte famiglie di attenuare gli effetti di una stangata micidiale. Siamo a un livello di tassazione fra i più alti d'Europa, ed è una tendenza a crescere che va invertita nei confronti delle famiglie e delle imprese.

Non appena le condizioni di bilancio lo consentiranno si dovrà dunque iniziare a detassare i redditi reinvestiti nelle attività imprenditoriali e, più in generale, il lavoro: solo così si potrà favorire lo sviluppo. Per reperire le risorse necessarie, è necessario prima di tutto tagliare la spesa pubblica improduttiva e il Documento di economia e finanza varato dal governo è, in questo senso, troppo poco coraggioso. Il pareggio di bilancio doveva essere assicurato a partire dal 2013, ma il Fondo Monetario ha già fatto sapere che questa previsione è troppo ottimistica vista la bassa crescita e l’elevata spesa per interessi sul debito pubblico.

Se l’introduzione del Patto di Stabilità europeo mirava ad abbassare drasticamente il rapporto tra debito e Pil, si può affermare che, nonostante anni di manovre da lacrime e sangue, l’obiettivo è stato completamente fallito. Dunque, il Pdl chiede al governo prima di tutto di non attuare l'aumento dell'Iva dal 21 al 23 per cento previsto per settembre, che determinerebbe un'ulteriore contrazione dei consumi e un nuovo aumento della pressione fiscale. In secondo luogo, è necessario che il governo predisponga - e se non lo farà, il Pdl ha già pronto un suo progetto organico - una terapia antidebito, un grande piano di abbattimento del debito pubblico che faccia dimagrire lo Stato e non più impoverire le imprese e le famiglie. Le disponibilità immediate derivanti dal risparmio di spesa sugli interessi del debito dovranno servire per iniziare a ridurre la pressione fiscale, condizione indispensabile per riprendere la strada dello sviluppo.

Infine, per portare a compimento la lotta all'evasione senza precipitare in uno Stato di polizia fiscale, è davvero giunto il momento di introdurre in Italia il cosiddetto contrasto di interessi, come proposto dal PdL. In concreto, significa rendere scaricabili fatture e ricevute, una norma che si è rivelata efficace ovunque è stata applicata. Uno Stato che ha più di cento miliardi di euro di evasione fiscale ha il dovere di provare anche questa.
 Di Paolo

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