La notizia non è fresca, ma non
per questo merita di essere riposta in un cassetto dopo appena un giorno sulla
stampa e centinaia di servizi sulle tv di mezza Europa: Berlino chiama Roma. In
realtà la vicenda era nota già da un po’ di giorni agli addetti ai lavori. Angela
Merkel, dopo la batosta elettorale di Sarkozy, la cui sconfitta al ballottaggio
è data quasi per certa, ha deciso di passare all’azione, cercando un sostituto
degno del presidente più impopolare che abbia varcato la porta dell’Eliseo.
Uno che vada a rimorchio di quella politica fallimentare del rigore che sta mettendo in crisi l’Europa intera, che ha permesso alla Germania di mantenere inalterati i tassi sul debito sovrano, consentendole addirittura di fare spese pazze e acquisire le aziende più importanti di mezza Europa (vedi il caso Ducati, acquistata dall’Audi per 800mln di euro). E’ chi poteva essere il candidato ideale ad assurgere a questo ruolo se non Mario Monti? A suo tempo, quando l’Italia aveva un Berlusconi dimissionario e un Premier in pectore, furono in molti a denunciare come la figura di Monti fosse stranamente molto, forse troppo, vicina alle idee e alla politica di Berlino.
Uno che vada a rimorchio di quella politica fallimentare del rigore che sta mettendo in crisi l’Europa intera, che ha permesso alla Germania di mantenere inalterati i tassi sul debito sovrano, consentendole addirittura di fare spese pazze e acquisire le aziende più importanti di mezza Europa (vedi il caso Ducati, acquistata dall’Audi per 800mln di euro). E’ chi poteva essere il candidato ideale ad assurgere a questo ruolo se non Mario Monti? A suo tempo, quando l’Italia aveva un Berlusconi dimissionario e un Premier in pectore, furono in molti a denunciare come la figura di Monti fosse stranamente molto, forse troppo, vicina alle idee e alla politica di Berlino.
Ma questa è un’altra
storia, ormai superata, scavalcata dall’entusiasmo della nomina di un Governo
che sta facendo dieci volte peggio di quanto ci saremmo immaginati. Il vero
problema che dobbiamo risolvere, se così vogliamo chiamarlo, il vero quesito
che dobbiamo porci è uno solo: quanto gioverà questo nuovo asse alla politica
economica europea? Riuscirà il ‘Mariangela’ (dopo il ‘Merkozy’ un nome così era
necessario) a risollevare il triste destino di un Europa indebitata fino al
collo? La risposta, visti i precedenti, è senza dubbio no. Perché se l’asse
franco-tedesco ha fatto cilecca, un vero e proprio buco nell’acqua per voler
essere ancor più diretti, il ‘Mariangela’ non potrà fare meglio.
La prova di
quanto detto sta nei fatti che si sono susseguiti un po’ di tempo a questa
parte. La Merkel
in sette anni da Cancelliere ha perseguito la politica del ‘rigore per tutti
tranne per la grande Germania’, riuscendo da un lato a portare a casa risultati
soddisfacenti, dall’altro a demolire la grande promessa della moneta unica. Mentre
Monti in sei mesi di Governo, con la scusa di un rigore a suo dire necessario,
è riuscito solamente ad aumentare il carico fiscale sulle famiglie italiane e
strozzare le PMI. Come potrà guarire, dunque, l’Europa se l’asse trainante non
ha mai dato segni di gradimento verso una politica della crescita? Fino a che
il ‘Mariangela’ non approverà l’istituzionalizzazione della Bce, o di una banca
garante del debito europeo, con conseguente emissione degli Eurobond, sarà
difficile e dura. Ma solo per noi che quando arriviamo alla terza settimana ci
facciamo i conti in tasca e ci accorgiamo di non avere più nulla.
0 commenti:
Posta un commento