22/04/12

Un Veneto a Roma 10 - Il piacere dello sciopero o crying in the rain

Sono in giornate come quelle di venerdi che mi ricordo perché mi trovo ancora in Italia e non ho ancora realizzato il mio progetto di trasferirmi in Nuova Zelanda. La necessita di mantenerci in costante allenamento per il dicembre 2012, quando avverrà la fine del mondo secondo la profezia dell'Ape Maya, è francamente impellente ed episodi di un lieto esercizio non vanno mai sprecati.
Certo, c'è chi parla anche di meteoriti, di invasioni aliene, del ritorno di un certo pianeta Nibiru (non sarà un problema l'attrazione gravitazionale) e di altre cose tra poste, nella mia personale classifica dell'orrido, tra Maria de Filippi e la Juventus in B. Ma io spero francamente nella classica, suggestiva e gagliarda tempesta solare che dovrebbe mandare in panne tutti i mezzi funzionanti con corrente elettrica tranne il mio Ipad e favorire l'inversione dei poli magnetici con fuochi artificiali, bestie mitologiche ed altre amenità.
In tutto questo poutpourrì di robba è bene buttarsi sotto a studiare come sopravvivere, sfruttando lezioni come quelle impartite da Roma nei giorni in cui si tengono in concomitanza sciopero dei mezzi, acquazzoni e manifestazioni per la strada che si batte (e nessuno pensi male) quando si va al lavoro. Per il praticante esperto si descrivono di seguito i passaggi su cui è possibile concentrarsi per godere appieno dell'opportunità di allenamento nella suddetta situazione, riservandoci in seguito di analizzare la più stimolante e gratificante condizione del turista.
1) sveglia al canto del gallo: non c'è nulla di meglio che cominciare la giornata di buonora per sfruttare appieno delle ore di luce da dedicare all'approvigionamento del cibo. Lo sciopero dei mezzi inizia, infatti alle 8.30, per interrompersi dalle 17 alle 20. Va specificato ai nordici che ritengono le 8.30 tarda mattinata, che molti esercizi commerciali romani fanno l'orario no stop 10-20, così come molti uffici cominciano la loro attività alle ore 9. Pensando poi ai pendolari che provengono da fuori e devono effettuare almeno un cambio (ad esempio quelli che vengono da Ostia) e a tutti coloro che lavorano seguendo dei turni, una tale collocazione degli orari da alla giornata la varietà che solo il frenetico intercalarsi di attesa e urgenza sanno conferire. La scelta di far terminare la prima fascia di garanzia così presto rispetto all'inizio dell'attività degli esercizi commerciali e di far finire la seconda in contemporanea con la chiusura di molti di questi dimostra la sensibilità e la lungimiranza di coloro ai quali spetta decidere in proposito.
2) Rincorsa al bus: visto che quando ti svegli dovrai correre più veloce del leone che ti vuole mangiare e della gazzella che ti vuole incornare cosa c'è di meglio che allenarsi ponendosi in mezzo a due fermate ugualmente valide rispetto ai posti che si vuole raggiungere per cercare di acciuffare l'ultimo bus stracolmo che sta passando?
3) Guado: chi è pratico della qualità del sistema fognario dei romani (che avranno pure inventato le fogne, ma che ritengono pure di averle costruite talmente bene da aver mantenuto le stesse da allora) ben conosce il piacevole ed inaspettato effetto che crea la formazione di torrenti, rapide e laghetti in siti in cui prima si trovava una strada. Risulterà inoltre utile al pieno sviluppo di un senso d'allerta la necessità di schivare getti improvvisi creati da Ncc che si fiondano decise nel pozzangherone.
4) Equilibrio sui ciotoli scivolosi e precari: come non dimenticare l'emozione e il lieve disagio, se non addirittura la dolce irritazione da cui si è assaliti quando una lastra malpiantata del marciapiede profonda levando lo schizzo di fanghiglia che inzacchera l'orlo del pantalone, la scarpa e il calzino, che rimarrà intriso di gradevole acqua profumata fino a fine giornata, riproducendo l'effetto "marcia nella palude" utile per le situazioni più estreme, dall'allenamento dei lagunari alla guerra del Vietnam. Vi è poi l'abilità di camminare sui sampietrini con scarpe di cuoio utile per il momento in cui torneremo a dover scuoiare le alci brune per risuolare le scarpe.
5) Transumanza: l'automobilista temerario non mancherà di sollevare le proprie grida di giubilo quando si troverà nel rilassante contesto del traffico urbano sotto una pioggia battente. A parte avanzare la cieca, il popolo romano è uso perdere la ragione quando vede cadere acqua dal cielo ed effettua le manovre più assurde, quando si trova alla guida di autoveicoli più pericolosi del triciclo. Anche questa è una ghiotta possibilità per acuire i propri sensi per il momento in cui saremo costretti a passare in mezzo ad una mandria di gnu o per i momenti in cui dovremo portare il gregge a svernare nella valle, dopo l'estate passata in montagna.
6) Richiami e linguaggio corporeo: con la perdita dell'uso della parola, l'essere umano si dovrà costumare a usare gesti e richiami gutturali. Anche per questo viene in soccorso Roma nei giorni di tregenda. In questi l'uomo recupera lo stato di natura dando clamorosamente torto alle teorie di Russeau. Ecco che allora si sentono grugniti di pedoni che stanno per essere investiti sulle strisce pedonali, il saluto festoso di colui al quale è stata tagliata la strada, il cenno giocoso di saluto che, col vorticare delle mani, sembra essere sottolineato anche dall'espressione della persona che cessa di rincorrere il bus che ha perso al volo, mentre l'autista accelera fingendo di non averlo visto.
Molti altri sono i motivi che ci spingono ad amare Roma in questi frangenti ma per il momento lasciamo che il lettore rifletta invogliato da questo ameno quadretto. La prossima volta parleremo dei divertimenti e delle tenzoni del turista. Non perdete il prossimo numero: in omaggio anche un kit tagliaunghie e il segreto per chiamare un taxi quando suona occupato. E buona settimana!

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