Nel marasma preparatorio alle
prossime politiche, con esponenti di partito che girano televisioni sdoganando
sondaggi improbabili e con una campagna elettorale che di fatto è destinata a
continuare anche dopo le amministrative, c’è una considerazione ineludibile da
fare. Fatela come volete, dite ciò che vi pare, pensate a quel che più vi piace,
ma più si va avanti e più Beppe Grillo non sembra altro che un piccolo Silvio
Berlusconi.
Magari più brutto, più rozzo, più arrogante. Non è una
considerazione partorita in un attimo di insana follia, ma la tremenda realtà
che giorno dopo giorno appare sempre più evidente.
Il Movimento 5 Stelle, infondo,
non che è la riproposizione di Forza Italia venti anni dopo. Nato dalla volontà
di un singolo, carismatico quanto nuovo, si è diffuso tra la gente in maniera
spontanea e sorprendente. E’ riuscito laddove la politica in tutti questi anni
ha fallito, così come fallì miseramente nel ’92 dopo lo scandalo di
Tangentopoli. Chi ha vissuto l’ascesa di Berlusconi, nonché quella di Forza
Italia, non farà fatica a ricordare il ritmo con il quale nascevano in tutto il
territorio nazionale i club del neonato movimento berlusconiano. Lo stesso che
sta caratterizzando il Movimento 5 Stelle.
Peccato, però, che tra Berlusconi
e Grillo, nonostante la similarità dei modi con la quale riescono a parlare alla
gente ci sia una sostanziale differenza di ideali e contenuti. Il primo,
liberale e innovativo, ha sempre basato la sua attività politica su una serie
di contenuti validi che non è riuscito a portare interamente a termine per l’ostracismo
della magistratura e dei poteri forti. Il secondo, antipolitico e ripetitivo, deve
la sua popolarità a un periodo di forte instabilità sociale che gli permette di
conquistare la popolarità pur non avendo un programma valido.
Come finirà? Sono in molti a
scommettere che Grillo seguirà la stessa strada di Berlusconi, scalando
posizioni nella classifica di gradimento dei partiti/movimenti italiani. Eppure
è una previsione azzardata, perché il fuoco di paglia accesso da Grillo è
destinato a spegnersi. L’autogestione, infatti, va bene quando si deve
governare Sarego o rinunciare (sarà vero?) alle indennità di carica. Ma quando
si riesce nella grande scalata, quando si oltrepassa la soglia del Parlamento
allora serve una struttura capace di coordinare l’attività politica con i
bisogni della gente. Sarà capace di questo il M5S? Chissà, forse è questa la
più grande sfida del comico genovese e della sua gente. Qualcuno c’è già
riuscito (Berlusconi con Forza Italia. Non con il Pdl, purtroppo). Vedremo se
Grillo sarà capace di eguagliare, se non superare, il suo arcinemico di sempre.
AH CIPOLLA,MA NON HAI NIENT ALTRO DA FARE PUR DI SCRIVERE STE STRONZATE SU BEPPE???? MI SA CHE ANCHE TU SEI UNO DELLA P4
RispondiEliminaAlmeno Eugenio Cipolla ci mette nome e cognome, cosa che non fa il licantropo anonimo nascosto nel buio vomitando frammenti di fegato frammisti a fiele dalle sue voraci fauci.
Eliminail Mosta