15/05/12

Grillo è un piccolo Berlusconi. Più brutto, più rozzo, più arrogante


Nel marasma preparatorio alle prossime politiche, con esponenti di partito che girano televisioni sdoganando sondaggi improbabili e con una campagna elettorale che di fatto è destinata a continuare anche dopo le amministrative, c’è una considerazione ineludibile da fare. Fatela come volete, dite ciò che vi pare, pensate a quel che più vi piace, ma più si va avanti e più Beppe Grillo non sembra altro che un piccolo Silvio Berlusconi.
Magari più brutto, più rozzo, più arrogante. Non è una considerazione partorita in un attimo di insana follia, ma la tremenda realtà che giorno dopo giorno appare sempre più evidente.

Il Movimento 5 Stelle, infondo, non che è la riproposizione di Forza Italia venti anni dopo. Nato dalla volontà di un singolo, carismatico quanto nuovo, si è diffuso tra la gente in maniera spontanea e sorprendente. E’ riuscito laddove la politica in tutti questi anni ha fallito, così come fallì miseramente nel ’92 dopo lo scandalo di Tangentopoli. Chi ha vissuto l’ascesa di Berlusconi, nonché quella di Forza Italia, non farà fatica a ricordare il ritmo con il quale nascevano in tutto il territorio nazionale i club del neonato movimento berlusconiano. Lo stesso che sta caratterizzando il Movimento 5 Stelle.

Peccato, però, che tra Berlusconi e Grillo, nonostante la similarità dei modi con la quale riescono a parlare alla gente ci sia una sostanziale differenza di ideali e contenuti. Il primo, liberale e innovativo, ha sempre basato la sua attività politica su una serie di contenuti validi che non è riuscito a portare interamente a termine per l’ostracismo della magistratura e dei poteri forti. Il secondo, antipolitico e ripetitivo, deve la sua popolarità a un periodo di forte instabilità sociale che gli permette di conquistare la popolarità pur non avendo un programma valido.

Come finirà? Sono in molti a scommettere che Grillo seguirà la stessa strada di Berlusconi, scalando posizioni nella classifica di gradimento dei partiti/movimenti italiani. Eppure è una previsione azzardata, perché il fuoco di paglia accesso da Grillo è destinato a spegnersi. L’autogestione, infatti, va bene quando si deve governare Sarego o rinunciare (sarà vero?) alle indennità di carica. Ma quando si riesce nella grande scalata, quando si oltrepassa la soglia del Parlamento allora serve una struttura capace di coordinare l’attività politica con i bisogni della gente. Sarà capace di questo il M5S? Chissà, forse è questa la più grande sfida del comico genovese e della sua gente. Qualcuno c’è già riuscito (Berlusconi con Forza Italia. Non con il Pdl, purtroppo). Vedremo se Grillo sarà capace di eguagliare, se non superare, il suo arcinemico di sempre.

2 commenti:

  1. AH CIPOLLA,MA NON HAI NIENT ALTRO DA FARE PUR DI SCRIVERE STE STRONZATE SU BEPPE???? MI SA CHE ANCHE TU SEI UNO DELLA P4

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    1. Almeno Eugenio Cipolla ci mette nome e cognome, cosa che non fa il licantropo anonimo nascosto nel buio vomitando frammenti di fegato frammisti a fiele dalle sue voraci fauci.

      il Mosta

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