Paolo prende in braccio mio figlio e gli spiega: "qui purtroppo non si può più fare il bagno, l'acqua è inquinata ed anche di quella che esce dai rubinetti non ci fidiamo".
Difatti in bagno hanno due boccioni dell'acqua e se la portano da Roma anche per cucinare.
Ci spiegano che l’ecosistema del lago di Vico è da diversi anni a rischio sanitario e ambientale a causa di un’alga tossica, la Planktothrix rubescens, che colora l’acqua di rosso. L’alga produce una tossina (una mitocistina classificata dall’IARC come elemento cancerogeno di classe 2b) che colpisce fegato, polmoni e reni, ed è implicata nell’attivazione di oncogeni che portano tumori epatici, gastrointestinali ed epiteliali. Da una parte del lago si trova il centro chimico militare Chemical City, un vecchio sito di produzione e stoccaggio di armi chimiche voluto, alla metà degli anni ‘20, da Mussolini. Accanto un deposito sotterrato di materiali ed armamenti. E nell’acqua elevati livelli di arsenico, cadmio, nichel e molecole di idrocarburi. C’è un nesso tra la presenza della Chemical City e l’inquinamento delle acque, usate per l’irrigazione dei campi e per bere.
Il 24 gennaio 2011 si è costituito il gruppo di progettazione della Provincia di Viterbo che dovrà pianificare gli interventi per la bonifica dell’area inquinata intorno al lago di Vico, all’interno dell’omonima Riserva naturale che si estende per 3200 ettari.
Interrogazioni parlamentari, solito giro di scarica responsabilità e tragicommedia all'italiana.
Intanto la gente aspetta. Ha investito in questa zona i sacrifici di una vita per avere una casa dove passare giorni sereni ed ora attorno tutto è crollato e si spiegano i molti cartelli "vendesi".
La gente aspetta il purificatore. Arriverà mai?
Fa ridere che siamo all'interno di una riserva naturale protetta. Protetta da chi, dall'inquinamento o dagli inquinatori?
Le salamella sono pronte e chiedono la nostra presenza al tavolo.
Fa ridere amaramente tutto questo, certo, ma come spiegarlo a mio figlio che non potremo tornarci per il bagno e che l'Italia, purtroppo, è anche questa?
Giorgio Gibertini Jolly
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