15/12/11

Per Fam.Cristiana Napolitano è l'Italiano dell'anno: ad Eluana chi glielo dice?

Le agenzie battono veloci:  Giorgio Napolitano italiano dell'anno. Il riconoscimento per il Capo dello Stato arriva dalla direzione e dalla redazione di Famiglia Cristiana, allargata a numerosi esperti e prestigiosi collaboratori del settimanale. "Una scelta - spiega l'Adnkronos citando Famiglia Cristiana- sottolineata da unanimita' corale, dettata da quanto Giorgio Napolitano ha saputo fare per il bene del Paese in un momento particolarmente difficile, caratterizzato da incertezza politica ed economica e da un appannamento dei valori della convivenza civile e della solidarieta' del Paese.
Il riconoscimento e' stato conferito con la seguente motivazione: "Nell'anno della celebrazione dei 150 anni dell'unita' d'Italia, il presidente Napolitano ha colpito il cuore e la mente di tutti gli italiani per la sua totale dedizione ai destini del Paese.
Nel pieno di una crisi economica e politica difficilissima, il Presidente e' stato per l'intera nazione un punto di riferimento imprescindibile, una bussola credibile e affidabile al di sopra di ogni schieramento di parte. A livello internazionale ha svolto con grande efficacia il compito di autorevole garante della credibilita' dell'Italia".
"E in Italia - prosegue la motivazione - non ha mai mancato di accompagnare e sostenere indispensabili battaglie di civilta', come quella contro gli infortuni sul lavoro o quella per la cittadinanza ai figli degli immigrati, indicando sempre cio' che unisce il Paese a scapito di cio' che divide. Il presidente Napolitano ha inoltre sostenuto l'impegno pubblico per la Famiglia, considerandola 'una straordinaria risorsa sia per il rinnovamento etico di cui ha bisogno il Paese, sia per lo sviluppo di una societa' aperta e solidale, punto di riferimento essenziale della convivenza civile e della coesione sociale'". Al presidente Napolitano Famiglia Cristiana dedichera' la copertina del primo numero del 2012 con ampi servizi sia nella versione cartacea sia nelle versioni digitali.
Famiglia Cristiana quindi premia colui che, non firmando, ha permesso l'uccisione di Eluana Englaro. Giova ricordare i fatti.
Anzitutto il Governo, consiglio dei ministri all'unanimità, nel pieno della bufera mediatica che spingeva a sacrificare Eluana sul tavolo del relativismo etico, il 6 febbraio 2009 (tre giorni prima della morte della ragazza) varò un decreto per interrompere il protocollo di sospensione dell’alimentazione artificiale, già iniziata alla Casa di cura ‘La Quiete’ di Udine. Silvio Berlusconi (lui, lo stesso sempre sotto accusa per questioni private) dichiarò: "Non voglio la responsabilità della morte di Eluana". Ve lo ricordavate questo?
Ricordiamoci però anche che subito il presidente Napolitano cominciò a far sapere che non avrebbe firmato il decreto perchè non sussistevano i presupposti di necessità ed urgenza.
Berlusconi spiegò ancora che nel caso di Eluana «sussistono i presupposti di necessità e urgenza, presupposti che sono affidati alla responsabilità del governo: poi spetta al Parlamento decidere se confermare o meno questi presupposti». «Eluana è una persona viva - ha aggiunto Berlusconi - respira, le sue cellule cerebrali sono vive e potrebbe in ipotesi fare anche dei figli. È necessario ogni sforzo per non farla morire». Il premier ha poi criticato l'atteggiamento di Napolitano: «Con la sua lettera si introduce una innovazione: il capo dello Stato in corso d'opera del Cdm può intervenire anticipando la decisione sulla necessità e urgenza di un provvedimento. Per questo abbiamo deciso all'unanimità di affermare con forza che il giudizio è assegnato alla responsabilità del governo. Se il capo dello Stato non firmasse e si caricasse di questa responsabilità nei confronti di una vita, noi inviteremmo immediatamente il Parlamento a riunirsi ad horas e approvare in due o tre giorni una legge che anticipasse quella legge che è già nell'iter legislativo».
Sappiamo tutti come è, purtroppo, finita.
Napolitano no ha firmato. La Legge è ancora lì da venire. Eluana è morta.
Napolitano, da tanti elogiato in questo periodo per la sua presunta "imparzialità", a me quel giorno non è per nulla piaciuto, quel giorno si è schierato dalla parte della cultura della morte.
Salvare Eluana e dare un segnale di attenzione agli altri 2500 Eluana presenti in Italia non aveva i presupposti di necessità ed urgenza, caro presidente?
E chissà se tra quei 2500 c'è qualche lettore od abbonato di Famiglia Cristiana: mi piacerebbe sentire il loro parere in questo momento!
Questo intanto è il mio!
Giorgio Gibertini Jolly

8 commenti:

  1. E'un tema pesante. Eluana era viva? Per parlare di vita occorrono determinati requisiti. E semmai si fosse risvegliata,l'avrebbe aspettata la vita o qualcosa di troppo lontanamente somigliante alla vita? Io ho un famigliare morto suicida che ha anticipato di qualche settimana la morte perché la sua vita non poteva più chiamarsi vita ma solo dolore.
    Tra un dolore perenne e la morte mi sembra più umana la morte.
    Fra

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  2. Ma non spetta a né a né a me te darla

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  3. Fra, a parte che una persona in coma non credo che provi molto dolore, comunque è la nostra cultura occidentale che tende sempre e comunque ad avere una visione solamente negativa del dolore...eppure sembra proprio che molti Santi abbiano avuto spesso tremende sofferenze fisiche, quindi forse il dolore non è una cosa così negativa come crediamo. Comunque dipende sempre dal significato e dal valore che ognuno desidera attribuire alla vita! Se una persona crede che la vita non viene né data, né tolta dall'Uomo, allora bisogna imparare ad avere rispetto anche di una Vita di sofferenza che alla logica umana appare assurda.
    Non è facile farlo, ho assistito con i miei occhi ad agonie di parenti molto cari, durate diversi giorni, dove è ben chiaro che non c'è più nulla da fare, dove è chiaro che la persona è in procinto di morire, ma soffre (inutilmente diciamo noi)...e tu gli vuoi bene e soffri assieme a lei...certo in quel momento è molto più facile trovare un sistema, per far smettere tutto e subito, così la persona non soffre e soprattutto smettiamo prima di soffrire noi, la vorremmo seppellire subito, il prima possibile, così dopo pochi giorni possiamo riprendere la nostra vita normale e smettere di pensare alla morte e smettere così di soffrire! Io credo che chi desidera l'eutanasia, dice di desiderarlo per evitare il dolore agli altri, ma non è un atto altruistico ma molto egoistico, perchè nella realtà è lui stesso che non vuole soffrire e non vuole vedere, provare e pensare a certe cose!

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  4. Più facile? Mio nonno parlava tutti i giorni col dottore,ha lottato contro il male,oltre il male. Poi un giorno il dottore ha detto che non c'era più alcuna terapia. E nonno non poteva mangiare,dormire,camminare,neppure parlare o stare con la finestra aperta per evitare di sputare sangue. Poteva solo aspettare la morte. Ma soffrendo molto,troppo.
    Ogni caso è a sé.
    Quando ho partorito,non ho sopportato il dolore,era la prima figlia,non sapevo com'è il parto ma sapevo dentro di me che non era quello il dolore del parto,io sentivo che non c'erano più forze,non c'ero io.
    Ho deciso che non avrei partorito se non con il cesareo.
    Medici e ostetriche insistevano,lo prendevano per il capriccio di una che non sopporta il dolore prima della gioia.
    Solo un dottore è venuto a dirmi la verità,dopo la nascita:se io non mi fossi impuntata,se non avessi deciso,mia figlia non sarebbe qui.
    Santa un cazzo,scusa Manuel.
    Figuriamoci un malato terminale!
    Non mi sento di giudicare,proprio no.
    Se un giorno mi verrà un cancro,forse mi farò un'idea.
    E'come dare consigli ad un genitore prima di esserlo.
    Un pò stonato e presuntuoso.
    Fra

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  5. Fra, io non parlo per sentito dire ma per esperienze vissute sulla mia pelle! Ho assistito alla morte di non uno, ma 3 nonni. Tutti e tre malati terminali di cancro! Ho udito mio nonno domandare a mio padre di prendere una pistola e sparargli! Sinceramente io non so dire se stava soffrendo di più mio nonno o mio padre in quel momento, credo forse addirittura di più mio padre! Mi viene di nuovo da piangere a ripensare a quel momento...certo la cosa più semplice sarebbe stato farlo! Far smettere di soffrire (inultimente) lui (il nonno) e anche mio padre. Si sarebbe evitato 2-3 giorni di agonia (inutile) in più! Sia al nonno che al papà. Ma io credo che non sempre la via più facile sia la via giusta! Poi ognuno è libero di fare quello che vuole!
    Per contro, qualche anno fa ho fatto una iniezione al mio cane, un Labrador (sempre con tumore terminale)...sono stato malissimo e ho pianto per giorni! Ma credo ci sia una bella differenza tra un cane e un uomo, tra il dolore di una cane e il dolore di un essere umano! Io non tratterò mai mio padre o un mio caro come un cane! Ce chi lo vuole fare? Fatelo, io non vi giudico, rispetto la vostra scelta e la vostra idea, ma vi prego di rispettare la mia, per ma la vita di un uomo ha ben altro valore della vita di un cane (con tutto l'affetto che provo per i cani, che sono spesso migliori di molti uomini)

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  6. Fra, il discorso sul prendere o non prendere un'analgesico, sul fare o non fare un'epidurale (o un cesareo) durante il parto è tutto un altro discorso che non c'entra nulla, il dolore è comunque oggettivo e solo uno che lo prova sa cosa significa provarlo...qui stiamo parlando di uccidere per non far provare dolore, mi sembrano due cose decisamente diverse, non mischiamo le cose!

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  7. errata corrige: un analgesico (senza apostrofo) e il dolore è soggettivo (dimenticata s)

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  8. Non intentendevo paragonare i due mali,ma che è giusto che ognuno davanti al dolore si affidi a se stesso. Se l'ho fatto io per un parto,figurarsi un malato terminale.
    Su Eluana dico che al padre deve essere costato molto,se l'ha fatto c'erano delle validissime ragioni e Napolitano ha fatto bene a non ostacolare un padre.
    Io non so se sia giusto o no,tutto qui.
    Non riesco a pronunciarmi definitivamente in una direzione né nell'altra.
    Dovrei passarci.

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