I gravissimi fatti che stanno avvenendo a Borgo Mezzanone (FG) a seguito del subentro presso il CARA locale della Croce Rossa Italiana nei nostri confronti, sono di una gravità inaudita anche perché si stanno svolgendo nel silenzio assoluto, ed a volte complice, dei media locali e nazionali.
Parte della vicenda è nota e ci preme riassumerla.
Lo scorso 21 Dicembre 2011 il Consiglio di Stato ha ordinato il reintegro entro 30 giorni della Cri nella gestione del Cara foggiano, poiché la gara di affidamento dei servizi dal 2010 in poi era stata vinta dal nostro consorzio “Connecting People”, ci viene detto “in maniera illegittima”: ovviamente i nostri legali stanno già intraprendendo le azioni necessarie.
Quello che ancor di più però ci preoccupa e ci ferisce come operatori umanitari è l’altra parte della vicenda che è poco conosciuta e non vuole essere portata alla luce del sole.
La Croce Rossa Italiana, per ragioni a noi giuridicamente ed umanamente incomprensibili, si rifiuta categoricamente di riassorbire il personale uscente che era in forza al nostro Consorzio quindi quello che apparentemente sembra un affare “burocratico” nasconde in realtà un problema sociale e giuridico ben più importante perché in mezzo, a pagarne per primi e direttamente le conseguenze, vi sono ottanta lavoratori (e rispettiva famiglie) che chiedono soltanto che sia rispettato l’art 5 della convenzione stipulata tra l’UTG di Foggia e l’ente gestore. Tale articolo garantisce la continuità lavorativa per i lavoratori in caso di cambi di gestione di qualsiasi natura (l’ente gestore che subentra deve cioè assumere i lavoratori che già prestavano servizio_ art 37 CCNL cooperative sociali richiamato dall art 5 della convenzione).
Dicevamo problema sociale, per quelle famiglie, e giuridico perché se il Prefetto di Foggia continuerà con l’avallare questo rifiuto di CRI, si creerà un precedente pericolosissimo ed estendibile a tutta Italia mettendo in serio pericolo tutti i lavoratori dei vari centri per immigrati (e non solo) sparsi sul territorio.
Non solo quindi chiediamo la mobilitazione dei media ma auspichiamo interventi netti e precisi da tutte le associazioni di categoria che operano nel terzo settore.
Giuseppe Scozzari
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