06/02/12

Speciale Sanremo: oggi come allora...La decadenza ( 1992-2009)



Ad un tratto fu un lungo minuto di silenzio.Un caso eccezionale trattandosi del Festival di Sanremo. Nel 1992 gli Aeroplani Italiani , guidati da quel genio di Alessio Bertallot, rendevano " omaggio" alla crisi con un accorato appello alla quiete. La canzone " Zitti Zitti" ( il silenzio è d'oro) passò inosservata ma soprattutto inascoltata, cancellata dalla solita indecenza musicale. Testo elaborato e sapientemente misurato , verità di sempre , raccontate con ingegno.

" Indagine aperta . Inchiesta archiviata meno zucchero, più goal. Gladio, stadio la tua radio grande concorso la lotta alla mafia...questa piaga della droga. Emergenza albanesi, emergenza immigrati . Allarme ambiente , crisi del Golfo , bomba intelligente ...la strage del sabato sera. La crisi. La crisi. La crisi . Parole che sono rumore. Silenzio!".
I cinque componenti del gruppo sospendono il loro rap e guardano immobili il pubblico attonito. Una dimostrazione originale e insolita di come non sia necessario sempre sbraitare a Sanremo. Per poi riprendere con musicalità a cantare una sola semplice regola : " E allora zitti zitti, non rumore ma silenzio. Non gridare ma ascoltare , se si parla perchè si ha la lingua in bocca è meglio muti come pesci è meglio acqua in bocca. Zitti . Zitti il silenzio è d' oro!"
Bombardati , come siamo, da qualsiasi sciocco allarme , trovo che l' attualità di questa canzone possa oggi, come allora, farci riflettere su ciò che in Italia amiamo fare di più: parlare. Troppe volte a sproposito e senza alcuna riflessione di senso. Quando invece , semplicemente, basterebbe, ogni tanto, fare un po di riposo. Probabilmente tante paure potrebbero trovare una nuova e più accettabile dimensione.
Lo stesso ritratto della nostra penisola fatto 17 anni dopo dagli Afterhours con " Il paese è reale". A Sanremo nel 2009 , eliminati al primo turno. Fa pensare che il vincitore di quell' anno fu Marco Carta uscito da " amici" e sponsorizzato da alcuni discografici che in quella canzone non avevano messo ne testo ne musica. La canzone " fantasma" per eccellenza, come tante che siamo malauguratamente abituati ad ascoltare al Festival. Accordi dissonanti, ma mai stridenti, di chitarre elettriche, gli Afterhours cantano parole energiche, forti e sicuramente non adatte ad un pubblico che si rifiuta di rinnovarsi e che si aspetta di ascoltare le ripetitive e banalissime rime " cuore / amore".
Nella voce graffiante di Manuel Agnelli si riesce a percepire il dolore vero degli uomini difronte alla caduta dei propri sogni , progetti e speranze. Dimenticati e soli in una terra che non è più la loro ma quella dei numerosi padroni che la stanno portando alla rovina.
" Quel che valeva poi non vale più . Se ti hanno detto resta a casa , vola basso, non scocciare . Se diprezzi puoi comprare . Se vale tutto niente vale. Se non sai più se se sei un uomo . Se hai paura di sbagliare . Se hai solo voglia di pensare che fra poco è primavera". Però anche in questo tormento , un timido desiderio: la fede nella verità. " Io voglio fare qualcosa che serva, Dire la verità è un atto d'amore. Fatto per la nostra rabbia che muore".
E io credo che gli Afterhours, nonostante la loro eliminazione, abbiano contribuito, anche solo per 3 minuti, a rendere più reattivi tutti gli animi rassegnati.

Sarah MYLIZ













3 commenti:

  1. Come ci credo poco a quelli che vanno a Sanremo per lanciare un messaggio......

    RispondiElimina
  2. Francesca, anche io ci credo poco! Per darti un'idea pensa che non ho mai guardato Sanremo in tutta la mia vita. Però è anche vero che Veri Messaggi possono essere trovati in ogni dove, anche nei luoghi proprio più inaspettati! Questo è un testo di una canzone del 1992, all'epoca non si parlava certo di "crisi" come oggi. Trovo il testo alquanto profetico...e l'elogio al Silenzio è qualche cosa di stupendo!!
    Credo infatti che la canzone sia stata alquanto ignorata e persa nel dimenticatoio, grazie Sarah per questa bella segnalazione!

    RispondiElimina
  3. Grazie Sara, per uno come me che ha guardato una volta sola Sanremo, è un bel ricordo questo. Continua così.

    RispondiElimina