06/03/12

Quaresima: ecco un po’ di storia (prima parte)


Vari collaboratori di Frews – e il direttore in particolare – non hanno mancato a più riprese di notare come, ormai da un paio di settimane, siamo entrati in quello che la Chiesa cattolica definisce un tempo liturgico forte: la Quaresima.
Il servo di Dio dom Prosper-Louis-Pascal Guéranger (Sablé-sur-Sarthe, 4 aprile 1805 - Solesmes, 30 gennaio 1875, il cui processo di beatificazione si è aperto il 21 dicembre 2005), grande esperto di liturgia del diciannovesimo secolo, restauratore dell'ordine benedettino in Francia, dove fece ritornare la messa romana in luogo delle liturgie gallicane,
abate del priorato benedettino di Solesmes e fondatore della Congregazione di Francia dell'Ordine di San Benedetto, i cui testi fanno ancora scuola oggigiorno, definisce la Quaresima “… quel periodo di preghiera e di penitenza, durante il quale la Chiesa prepara le anime a celebrare degnamente il mistero della Redenzione” (L'anno liturgico. I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, pp. 475-489).
Generalmente, nell’antichità si celebrava l'Eucarestia solo nelle domeniche, ma si digiunava tutti i mercoledì e i venerdì dell'anno, fuorché nel tempo pasquale. Secondo diversi storici, la strutturazione del tempo di Quaresima non precede il quarto secolo, anche se si può notare come nella storia della Chiesa la celebrazione della Pasqua ha sempre potuto contare su una certa preparazione, che consisteva in un digiuno della durata di due o tre giorni. Tale digiuno, che precedeva la solennità della Pasqua, cominciato nel mercoledì precedente, arrivò ad abbracciare la settimana intera e poi – già nel quarto secolo – si estese ad altre due settimane, lasciando libere le domeniche, nelle quali era proibito digiunare. In quel tempo, ricevettero un impulso notevole la preparazione dei catecumeni (cioè di coloro che si preparavano a ricevere il sacramento del Battesimo il giorno di Pasqua) e la penitenza pubblica dei grandi peccati, con il rito della riconciliazione dei penitenti la mattina del Giovedì Santo. L’ingresso rituale nella penitenza pubblica diede in effetti origine anche al Mercoledì delle Ceneri, presente ancor oggi nel rito romano, collocato invece nella prima Domenica di Quaresima o il lunedì successivo nel rito ambrosiano. Sul finire del quarto secolo, Roma celebrava la Quaresima in modo tale che non vi partecipassero solo i catecumeni e i penitenti, ma tutta la comunità cristiana.
Tuttavia, con il passare dei secoli, il periodo di penitenza e di digiuno rischiò di essere allungato a dismisura, superando addirittura le sei settimane. Con la riforma liturgia promossa dal Concilio Vaticano II la struttura di questo tempo venne così semplificata e portata agli attuali quaranta giorni, con inizio il Mercoledì delle Ceneri – per i fedeli di rito ambrosiano la domenica successiva – e termine, se così si può dire, direttamente mediante l’immissione nelle celebrazioni liturgiche del Triduo pasquale, il Giovedì Santo.
La durata di quaranta giorni rimanda a una cifra ampiamente simbolica e ricorrente nella tradizione biblica: si possono infatti ricordare a questo proposito i quaranta giorni del diluvio universale, i giorni trascorsi da Mosè sul monte Sinai, gli anni della traversata del deserto del popolo ebraico prima di entrare nella Terra Promessa e – particolarmente – il tempo trascorso da Gesù nel deserto, dove viene tentato dal diavolo.
Andrea Menegotto

[La seconda parte verrà pubblicata martedì 13 marzo]

0 commenti:

Posta un commento