06/03/12

Riprendiamoci la domenica giorno della festa, del riposo. Giorno del Signore


Qualcuno ricorda ancora il sapore delle domeniche di una volta. Il sapore della festa, della famiglia, della comunità. Non è la semplice nostalgia che accompagna il passare degli anni. Diciamo la verità: rispetto a oggi abbiamo perso molto. In qualità. Non abbiamo tempo e lo utilizziamo male. Sono cambiate le priorità e i valori si sono invertiti. La domenica assomiglia sempre più a un giorno qualunque. Al giusto riposo, per alcuni si è sostituito il lavoro continuato, per altri l'assillo del consumo, in una logica perversa che rende i primi schiavi dei secondi e viceversa.

Ho sotto gli occhi l'accorata mail di una donna, una mamma, che, per sfuggire alla crisi costata il lavoro a lei e al marito, ha deciso con sacrificio di aprire un negozio in un centro commerciale della capitale. Ora deve fare i conti con una realtà problematica che dovrebbe interrogare tutti. “Nel contratto di locazione dei centri commerciali – scrive la donna - gli affittuari sono costretti a mantenere gli orari decisi dal supermercato, nel nostro caso dalle 8.30 alle 21. Non possiamo permetterci di prendere del personale e in negozio ci siamo solo io e mio marito. Prima della nuova legge eravamo aperti dal lunedì al sabato con una sola apertura straordinaria mensile la domenica. Il sabato potevamo alternarci: uno in negozio, l'altro con i bambini di 7 e 9 anni. E le altre tre domeniche del mese potevamo andare a Messa e dopo dedicare la giornata ai figli. Adesso, grazie alla liberalizzazione, siamo costretti ad aprire tutte le domeniche. Se decidessimo di chiudere dovremmo pagare una multa molto salata. Il colmo è che mio figlio farà la prima Comunione a maggio e forse potrà essere presente solo uno di noi”.“Vi prego, aiutateci – prosegue la mail -. Noi siamo credenti e praticanti. Vogliono toglierci il diritto alla famiglia, il diritto di stare con i nostri figli, ma anche la possibilità di insegnare loro i valori cristiani e di viverli. Abbiamo bisogno di regole che tutelino chi come noi non ha l'aiuto dei genitori, i nonni, ed è costretto da un contratto a non vedere più la propria famiglia, a perdersi i momenti più belli dei figli, e a crescerli in un centro commerciale. La domenica è il giorno di riposo comandato da Dio. Tutto questo non è affatto giusto”.

Una testimonianza che vale più di tante parole, e che punta il dito contro l'imperante logica del profitto: produrre sempre più e di conseguenza spingere la gente verso un consumo compulsivo. Una logica che prima ha allungato gli orari di apertura giornalieri dei negozi e poi, quando anche questo non lo si è più ritenuto sufficiente, si è presa anche la domenica. Il risultato è che oggi, grazie alle vie dello shopping e soprattutto ai grandi centri commerciali - nuovi templi pagani dove celebrare i riti di una domenica svuotata di senso –, quello che per i credenti era il Giorno del Signore, e per gli altri quanto meno il giorno della festa e del riposo, si è trasformato nel sacro giorno degli acquisti, dedicato non di rado alla ricerca di quel superfluo che la pubblicità ci fa desiderare come indispensabile.

Qualcuno sta cominciando a ribellarsi. O almeno ci prova. Domenica scorsa è stata la giornata libera dallo shopping. Lo slogan dei promotori – aderenti a una iniziativa europea - era “La domenica non ha prezzo”. Non sappiamo quanti abbiano accolto l'invito, rinunciando alle compere. Se non altro si è posto il problema, qualcuno ne ha parlato. Lo ha fatto, sia pure da un altro punto di vista, anche Benedetto XVI, visitando la parrocchia romana di san Giovanni Battista de La Salle, sottolineando l'importanza della domenica nella vita dei cristiani. “La santa Messa – ha detto il Papa - sia al centro della vostra domenica, che va riscoperta e vissuta come giorno di Dio e della comunità, giorno in cui lodare e celebrare Colui che è morto e risorto per la nostra salvezza, giorno in cui vivere insieme nella gioia di una comunità aperta e pronta ad accogliere ogni persona sola o in difficoltà”.

Un invito a tornare all'essenza. Ma anche una provocazione. Come cristiani dovremmo cambiare la nostra ottica. Dovremmo cominciare a non considerare il tempo della festa come “tempo libero”, concetto che svuota il significato stesso della festa sottoponendola alla mortificante logica economica. Meglio sarebbe, invece – lo suggeriva già qualche anno fa Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari -, considerare la festa come “tempo della libertà”, o “tempo del dono”, occasione propizia per alimentare gli affetti familiari, nonché per stringere legami di amicizia con altre famiglie, in un clima di comunione vissuta. Riposando in Dio, inoltre, gli uomini ritrovano il senso vero del tempo e la giusta misura del loro lavoro rispetto alla relazione con il prossimo.

La domenica, dunque, come giorno nel quale riscoprire uno stile di vita alternativo alla logica dominante del consumismo, primo passo verso una sobrietà consapevole. Con motivazioni più ampie, come cristiani potremmo aderire e allargare a tutte le domeniche l'iniziativa di ieri, dando vita a una sorta di boicottaggio, astenendoci dal fare la spesa nei giorni di festa, facendo della domenica l'ultima trincea contro l’asservimento totale al lavoro e alla sua invasività in ogni ambito personale e familiare. Con questa “disobbedienza civile” forse non riusciremo a ottenere la chiusura domenicale dei negozi, ma almeno daremo testimonianza di coerenza e un segno concreto di solidarietà a quanti sono vittime di un ingranaggio perverso.

Gaetano Vallini

2 commenti:

  1. Ma tutta la gente che di domenica va al supermercato è malata come quelli che giocano alle slot? penso propio di si.......
    Godetevi la vita all,aria aperta!!!!

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  2. Il giorno di riposo Biblico è il Sabato o Settimo Giorno (Genesi 2:1-3; Esodo 20: 8-11). Fa parte della Creazione di Dio e indica la Sua potenza, fu dato per TUTTA l'umanità. La domenica è l'adorazione del sole, il giorno di Satana [Sunday=giorno del sole; Dies solis=giorno del sole), che essendo l'antico Lucifero (angelo di luce) si fa adorare attraverso il giorno di domenica. Il mondo sarà sedotto da questo giorno diabolico.

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