17/04/12

Dopo i centurioni tocca ai Camion bar. E i caldarrostai?


Vi ricordate le immagini dell’altro giorno dove i famosi centurioni che lavoravano sotto il Colosseo venivano fisicamente a contatto con la Polizia di Roma Capitale?  Avete ancora in mente i motivi della protesta di quei, seppur abusivi, lavoratori diventati uno dei simboli della Capitale?
Bene, tenetele in mente, perché la scena potrebbe ripetersi. Stavolta, però, cambierebbero i protagonisti, anche se la sostanza rimarrebbe la stessa. Perché dopo aver per l’appunto costretto al riposo forzato i centurioni, ora Gianni Alemanno potrebbe fare lo stesso con i Camion Bar, quei pittoreschi furgoncini, gestiti prevalentemente da stranieri, che stazionano nei pressi dei monumenti più belli della città. "La battaglia per il decoro ha un ruolo centrale per la nostra amministrazione, in particolare per quanto riguarda il centro storico", ha detto il sindaco di Roma in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano ‘Il Messaggero’. "Ho chiesto al ministro dei Beni culturali - ha aggiunto - un decreto legge, che sarà portato in Consiglio dei ministri, per assegnare alle Soprintendenze, di concerto con  l'amministrazione comunale, di fissare vincoli per il commercio ambulante nelle aree di particolare pregio. Come quella interna alle Mura Aureliane, patrimonio dell'Unesco. I vincoli, poi, dovranno essere totali nelle aree monumentali come: Colosseo, San Pietro, i Fori imperiali, Castel Sant'Angelo". E ancora: ''Ovviamente i camion bar avranno altre collocazioni ma non ne potranno avere di equivalenti. Con il decreto si rompe questo vincolo. Così come quello del numero: nel nostro centro storico in senso più ampio ci possono essere ma oggi sono troppi''. Tutto chiaro, insomma. Sennonché queste parole fanno inevitabilmente pensare che non sono solo i camion bar o i centurioni a essere il problema del nostro centro storico. Si pensi ai caldarrostai che come funghi stazionano per le vie più belle di Roma o ai parcheggiatori abusivi che estorcono denaro agli automobilisti (inutile negarlo ma ci sono anche in Centro storico, anche se questa piaga andrebbe eliminata ovunque). Che differenza c’è tra un centurione che allieta le passeggiate dei turisti sotto il Colosseo e il bengalese che vende le castagne sotto la scalinata di Trinità dei Monti? Praticamente nessuna. Servirebbe, dunque, una linea unica in tal senso. Prendersela con la categoria ‘X’, piuttosto che con la categoria ‘Y’, è sintomo di un doppiopesismo che speriamo Alemanno smentisca presto. Con i fatti, ovviamente.

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