18/05/12

E Saviano ha superato Cosentino

Non si placano le polemiche su Roberto Saviano. Lo scrittore del famosissimo libro 'Gomorra', paladino - ma solamente a parole -  dell'anticamorra - è tornato a far parlare di sè. Giampiero Rossi, giornalista e autore del libro "La Lana della Salamandra", edito nel 2008, dalle colonne de ' Il Fatto Quotidiano', ha accusato lo scrittore napoletano di aver copiato quasi integralmente alcuni passaggi del suo libro, durante il monologo dello scrittore napoletano, andato in onda mercoledì sera a 'Quello che non ho', la trasmissione che Saviano conduce assieme al 'pretino' Fabio Fazio.

Così Giampiero Rossi:

"Caro Saviano, ti scrivo a proposito della trasmissione di mercoledì sera e, in particolare della tua narrazione iniziale della tragica vicenda della strage dell'amianto a Casale Monferrato. Ho apprezzato che una voce molto ascoltata abbia deciso di affrontare questo argomento al quale, da giornalista e da cittadino, mi sono appassionato al punto da dedicarvi anni di lavoro ininterrotto che finora hanno portato alla pubblicazione di due libri. Di conseguenza mi ha inevitabilmente gratificato il fatto che tu, l’altra sera, abbia scelto di attingere a piene mani dal mio lavoro. Anzi, dai miei lavori, dal momento che i libri dai quali sono stati palesemente tratti diversi passaggi del tuo bel monologo sono due: La lana della salamandra, che proprio il direttore del giornale che oggi ospita questa lettera pubblicò in allegato all’Unità nel 2008 (e che poi è stato tradotto e pubblicato in Spagna, Francia, Brasile e Messico), e il recentissimo Amianto. Processo alle fabbriche della morte che invece racconta tutto il processo Eternit, arricchito dalle emozioni e dai ricordi dei familiari delle vittime. Quello che ho trovato assai meno piacevole, però, è una certa mancanza di riconoscimento per chi quel lavoro lo ha realizzato. Tu lo sai bene, fare un’inchiesta, una ricostruzione storica, un racconto completo di vicende complicate ed enormi, come questa, comporta davvero tanta pazienza, volontà, tempo, passione. Perché, dunque, non riconoscere a chi ha investito tanto, almeno la paternità di quel suo lavoro?"

Roberto Saviano non è nuovo a questo tipo di accuse. Già poco dopo l'uscita, con conseguente boom, del suo libro 'Gomorra' fu accusato da alcuni giornalisti campani di aver copiato da loro articoli di cronaca pubblicati su alcuni quotidiani locali. Poi fu la volta dello scoop del camorrista in Rai, reso noto da Saviano sulle colonne del quotidiano 'La Repubblica'. Allora il quotidiano campano il 'Roma' mostrò come in realtà la notizia era stata data da loro un anno prima dell'articolo di Saviano e come alcune parti del pezzo di Saviano fossero stato copiato integralmente, senza spostare una virgola. Ora anche questa grana che potrebbe costargli il ritorno in Rai (d'altronde non sarebbe vergognoso strapagare una persona che non cita le fonti?).
Quello che non si capisce sulla carriera 'strepitosa' di Saviano è come mai nessun giudice abbia avuto la curiosità di vederci più chiaro. In Italia il reato di plagio è disciplinato dal codice civile con una serie di sanzioni, ma può anche essere considerato come un'aggravante del reato penale di contraffazione. Se è vero che tre indizi fanno una prova perché, dunque, nessuno mette le mani e avanti e prova a fare luce su queste vicende dai contorni bui? E' come se nei confronti dello scrittore ci fosse una sudditanza psicologica tale da  renderlo intoccabile, facendogli conquista una sorta di immunità mediatica.

La speranza dopo questo episodio è che gli italiani capiscano con chi hanno a che fare. E se la parte cosiddetta 'moderata' del paese lo ha già capito, niente di incoraggiante arriva dai radical chic di sinistra, convinti fino alla morte che Saviano sia una risorse per il paese (quale?).  Nonostante questo, però, a 'Il Fatto Quotidiano', giornale che non si può definire 'moderato', qualcuno lo ha capito. Nel blog di Vincenzo Iurillo (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/17/saviano-supera-cosentino/232934/), giornalista del quotidiano direttore da Padellaro, con una punta di amarezza si rileva che Saviano ha superato Cosentino. Lo scrittore napoletano, anche questa è una notizia recente, ha chiesto un risarcimento di 4,7 mln di euro agli editori del 'Corriere del Mezzogiorno' per aver pubblicato una lettera che andava contro le sue tesi. Iurillo fa notare una richiesta di tale portata non è arrivata nemmeno dalla famiglia Cosentino, attualmente in causa con gli editori del libro 'Il Casalese'. I familiari del deputato Pdl, infatti, hanno chiesto solamente 1,2 mln di euro di risarcimento. Quattro volte in meno di Saviano. Complimenti!

Ps. Dopo questo articolo chiederà quattro milioni di euro anche a Frews?


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