24/12/11

La mia personale lettera di Natale condivisa con tutti voi

Quest'anno per Natale ai miei amici ho regalato un piccolo ma prezioso libricino: "Il giardiniere dell'anima" di Clarissa Pinkola Estés, accompagnato da questa lettera che ho deciso di condividere con tutti voi cari lettori di Frews.

Cari amici,
eccomi qui, come oramai di consueto, a scrivervi un piccolo pensiero per Natale.
Sono andato a rileggere la lettera che scrissi due anni fa, per il Natale del 2009. Ne riporto una parte:

Ho sempre creduto nel “consumismo”, ma credo che l’uomo abbia veramente esagerato, credo che abbiamo veramente esasperato le cose e superato il limite del non ritorno! Non sono così ingenuo da pensare che questo bigliettino potrà cambiare il mondo, ma credo che l’uomo abbia veramente “esagerato” su tutta la linea e stia pagando amaramente tutt’oggi (e pagherà ulteriormente) le conseguenze delle proprie azioni.
...
I detti popolari dei nostri nonni racchiudono sempre tanta saggezza: “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi” oppure “tutti i nodi vengono al pettine” e questo è quello che sta accadendo sotto i nostri occhi quotidianamente.

Due anni fa, queste considerazioni potevano apparire assurde, infatti tutti ci raccontavano che il peggio della “crisi” era oramai passato e quasi tutti volevamo illuderci che così fosse. Io ero tra i pochi a sostenere che la “crisi” vera doveva ancora avvenire e che era solo l’inizio, le prime avvisaglie. Oggi sembra che i fatti mi stiano dando sempre più ragione, adesso perlomeno quasi più nessuno osa dire “il peggio è passato”. Io credo che però la situazione sia ancora più grave di quello che pensiamo, il peggio deve ancora arrivare anche perché, come ha detto il Papa in un recente intervento: “la crisi che viviamo oggi, è crisi di significato e di valori, prima che crisi economica”.
Il modo di vivere che abbiamo voluto instaurare ed applicare nel nostro Tempo non sta più in piedi e ogni settimana che passa questo diventa sempre più evidente. Molti mi accusano di essere esageratamente pessimista o addirittura catastrofista, ma io non credo affatto di essere così. Infatti è certamente vero che io vedo grandi tenebre davanti a noi ma poi al di là scorgo anche una bellissima e profondissima Luce. Sottoscrivo quindi queste parole che il nuovo arcivescovo di Milano, Scola, ha pronunciato durante il tradizionale discorso di S. Ambrogio:
Questo tempo in cui la Provvidenza ci chiama più che mai ad agire da co-agonisti nel guidare la storia è simile a quello di un parto, una condizione di sofferenza anche acuta, ma con lo sguardo già rivolto alla vita nascente: «La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo» (Gv 16, 21).
Credo che dovrebbe essere proprio questo lo spirito giusto che dovremmo riuscire ad avere: riuscire a non farci sopraffare dalle difficoltà, capendo che la felicità non è data dalle cose che si posseggono o dallo stile di vita che si riesce a sostenere. Dovremmo riuscire a ri-scoprire il Vero senso della Vita che include anche...la sofferenza e la morte! Lo so anche queste, a prima vista, possono apparire considerazioni assurde, infatti la nostra società da sempre vorebbe imporci di vedere la “sofferenza” e la “morte” come aspetti assolutamente negativi, ma basta osservare la Natura per capire che la cosa non funziona affatto così. Ed è proprio questo il significato profondo del libretto che vi dono quest’anno. Il libro racconta una semplice fiaba, che è stata raccontata da uno zio, un contadino ignorante, all’autrice del libro. Ma quanta Saggezza può esserci trasmessa dalla persone più semplici e più umili di questo mondo...questa semplice fiaba nasconde un profondo significato, spiegato nel libro; ma credo di avervi anticipato già troppo, Vi lascio pertanto alla breve, ma intesa, lettura di questo splendido racconto.

Concludo riportando qui sotto la splendida preghiera/poesia che troverete poi anche riportata nel libro.

Auguro a tutti voi di trascorrere un Vero Buon Natale.
manuel


Rifiutati di cadere.
Se non puoi rifiutarti di cadere,
rifiutati di restare a terra.
Se non puoi rifiutarti di restare a terra,
leva il tuo cuore verso il cielo,
e come un accattone affamato,
chiedi che venga riempito,
e sarà riempito.
Puoi essere spinto giù.
Ti può essere impedito di risollevarti.
Ma nessuno può impedirti
di levare il tuo cuore
verso il cielo -
soltanto tu.
E’ nel pieno della sofferenza
che tanto si fa chiaro.
Colui che dice che nulla di buono
da ciò viene,
ancora non ascolta.

2 commenti:

  1. Bellissimo racconto...
    Considerazioni illuminanti,
    in un periodo da cui si rifugge anche l'ovvio!
    Sereno Natale a Manuel...
    esteso a tutta la Redazione di "Frews"..
    dandelìon

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