24/12/11

Il Seprio nel Medioevo – Longobardi nella Lombardia Settentrionale


“Dal Lago Maggiore seguendo il corso del fiume Ticino fino a Padregnano, e da Padregnano a Cerro di Parabiago e da Parabiago a Caronno e da Caronno fino al fiume Seveso, e dal Seveso fino al fiume Tresa fin dove il Tresa si getta nel suddetto Lago Maggiore”. Ecco i confini del Seprio così come li stabiliva, il 10 febbraio 1185, l'imperatore Federico Barbarossa nel Trattato di Reggio. Il documento concedeva ai milanesi le regalie che l'impero aveva nei contadi non solo del Seprio, ma anche della Martesana, della Bulgaria, di Lecco e di Stazzona (Angera). Si trattava di confini ormai ristretti, solo un pallido ricordo di ciò che era stato, nell'alto medioevo, uno dei territori più decisivi – strategicamente, militarmente, commercialmente, politicamente - per la storia non solo d'Italia, ma dell'intera Europa.
A raccontarne la lunga e intensa storia di quest'area oggi appartenente alla Provincia di Varese c'è ora un volume, “Il Seprio nel Medioevo. Longobardi nella Lombardia Settentrionale (secc.VI-XIII)” (ed. Il Cerchio, Rimini) che raccoglie gli atti dell'importante convegno svoltosi a Morazzone, in provincia di Varese, nell'aprile 2010. Un volume e una storia quanto mai attuali dopo il recentissimo ingresso a giugno di quest’anno di Castelseprio e Torba nella World Heritage List dell'Unesco come parte integrante del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 dC)”.
Il libro inizia con un vasto affresco – curato dalla medievista Elena Percivaldi che è anche la curatrice del volume – che ripercorre le vicende del Seprio dal periodo tardo-antico fino all'età di Federico Barbarossa. Gli altri saggi raccolti nel volume analizzano singoli aspetti della storia e dei luoghi del Seprio: Paola Marina De Marchi, direttrice del Parco Archeologico di Castelseprio, ha ricostruito le varie fasi dell'abitato di Sibrium fornendo un'accurata sintesi degli scavi susseguiti nel tempo nonché dei materiali restituiti; lo storico Diego Dalla Gasperina ha focalizzato l'attenzione sulla cittadina di Morazzone ricostruendone le vicende fino alle soglie dell'età moderna; l'archeologo Cristiano Brandolini presenta per la prima volta il resoconto dettagliato sugli scavi svolti nella chiesetta della Maddalena.
Completa il testo una disamina del Sistema museale archeologico della Provincia di Varese (SiMArch) condotta dalla sua coordinatrice Maddalena Pizzo.

Sara Citterio

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