Vendola incontra i lavoratori. Foto Giuseppe Cusumano |
Continua il botta e risposta tra Croce Rossa Italia ed il Consorzio Connecting People per la gestione del CARA (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo Politico) di Borgo Mezzanone in Provincia di Foggia.
Ecco una breve cronistoria della vicenda, aggiornata al 23 Gennaio.
La vicenda
Lo scorso 21 Dicembre 2011 il consiglio di stato ha ordinato il reintegro entro 30 giorni della Cri nella gestione del Cara foggiano, poiché la gara di affidamento dei servizi dal 2010 in poi era stata vinta dal consorzio siciliano “Connecting People” in maniera illegittima. Dopo due anni di battaglia, dunque, il centro che ospita per la maggioranza nordafricani, libici in particolare, tornerà ad essere gestito dalla più grande organizzazione umanitaria nazionale.
La Gara – Si trattava di un bando pubblicato per una capienza di 778 persone. L’offerta economica della Croce Rossa fu di 7.927.176 euro, mentre quella della Connecting People di 7.099.041. L’appalto fu affidato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, quindi al consorzio siciliano, che gestisce anche i Cara di Trapani e Gorizia. La Croce Rossa, però, denunciò anomalie nella procedura di aggiudicazione e presentò ricorso al Tar: “Alla Connecting People é stato concesso di rimodulare le voci di costo per correggere il numero degli operatori senza variare l’importo dell’offerta a prezzo di gara già noto”, dissero dall’organizzazione umanitaria. Ma il Tar diede ragione alla Connecting People. Dopo il ricorso al Consiglio di Stato, l’affidamento alla Croce Rossa di questi giorni.
Durissima è stata subito la reazione di Connecting People . “Quando abbiamo cominciato a gestire il centro, la struttura era in pessime condizioni,” spiega Giuseppe Scozzari, presidente del consorzio. “Fortunatamente di tutto questo abbiamo la documentazione fotografica. Stupisce l’idea che gli stessi responsabili di allora, oggi scomodino concetti come quelli di azione umanitaria e tutela dei diritti dei vulnerabili. I servizi offerti in una struttura ridotta così non potevano certo essere adeguati alla tutela dei diritti dell’essere umano. Abbiamo incontrato mille difficoltà anche strutturali che abbiamo superato recentemente portando a termine numerosi lavori in corso”
Connecting People in questi due anni di gestione ha portato la qualità dei servizi ad altissimo livello, come negli altri centri che gestisce sul territorio italiano (vedi su sito www.cpeople.it).
Durante la nostra gestione,” dichiara ancora Micalizzi, “sono scomparsi gli episodi di intolleranza e le piccole rivolte legate alla scarsa qualità dei servizi e più in generale alla necessità di protezione di cui hanno bisogno le persone di cui ci occupiamo.”
“Ma quale ripristino della trasparenza, della legalità?” chiede Nicola Lo Noce, consigliere di Connecting People, usando le parole del commissario straordinario della CRI. “Ma se la Croce Rossa non può per la sua natura giuridica neppure partecipare alle gare d’appalto?” Lo statuto della CRI, infatti, non prevede la possibilità di partecipare a gare d’appalto e stipulare il relativo contratto, come stabilito dal TAR Lazio, sezione I ter con la sentenza n.32649/2010 e confermato dal Consiglio di Stato.
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, il 17 gennaio 2012, la Commissione della Prefettura ha riassegnato)la gestione del CARA a Croce Rossa. L’atto è stato subito impugnato da Connecting People con ricorso per la sospensiva al Tar Puglia. Ma il 19 gennaio 2012 il TAR ha rigettato il ricorso.
Quello che apparentemente sembra un affare “burocratico”, un ping pong di ricorsi e contro ricorsi tra contendenti del C.A.R.A, nasconde in realtà un problema sociale ben più importante perché in mezzo a pagarne per primi e direttamente le conseguenze vi sono ottanta lavoratori (e rispettiva famiglie) che chiedono soltanto che sia rispettato l’art 5 della convenzione stipulata tra l’UTG di Foggia e l’ente gestore; tale articolo garantisce la continuità lavorativa per i lavoratori in caso di cambi di gestione di qualsiasi natura (l’ente gestore che subentra deve cioè assumere i lavoratori che già prestavano servizio_ art 37 CCNL cooperative sociali richiamato dall art 5 della convenzione).
Quello che si è potuto notare in queste ore è il silenzio da parte delle Istituzioni Locali (Prefetto in primis), della Croce Rossa, che non solo per legge dovrebbe assumere i lavoratori di C.P, ma che sembra inoltre “latitare” di fronte alle pacifiche, educate (almeno perora) proteste di questi ragazzi che a ragione vogliono far valere i propri diritti.
Ci auguriamo che venga data la giusta voce a questi lavoratori, che pur nella protesta, con molta dignità stanno continuando ad operare nel C.A.R.A, e a garantire la loro professionalità nel fornire i servizi agli ospiti del centro.
Ecco una breve cronistoria della vicenda, aggiornata al 23 Gennaio.
La vicenda
Lo scorso 21 Dicembre 2011 il consiglio di stato ha ordinato il reintegro entro 30 giorni della Cri nella gestione del Cara foggiano, poiché la gara di affidamento dei servizi dal 2010 in poi era stata vinta dal consorzio siciliano “Connecting People” in maniera illegittima. Dopo due anni di battaglia, dunque, il centro che ospita per la maggioranza nordafricani, libici in particolare, tornerà ad essere gestito dalla più grande organizzazione umanitaria nazionale.
La Gara – Si trattava di un bando pubblicato per una capienza di 778 persone. L’offerta economica della Croce Rossa fu di 7.927.176 euro, mentre quella della Connecting People di 7.099.041. L’appalto fu affidato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, quindi al consorzio siciliano, che gestisce anche i Cara di Trapani e Gorizia. La Croce Rossa, però, denunciò anomalie nella procedura di aggiudicazione e presentò ricorso al Tar: “Alla Connecting People é stato concesso di rimodulare le voci di costo per correggere il numero degli operatori senza variare l’importo dell’offerta a prezzo di gara già noto”, dissero dall’organizzazione umanitaria. Ma il Tar diede ragione alla Connecting People. Dopo il ricorso al Consiglio di Stato, l’affidamento alla Croce Rossa di questi giorni.
Durissima è stata subito la reazione di Connecting People . “Quando abbiamo cominciato a gestire il centro, la struttura era in pessime condizioni,” spiega Giuseppe Scozzari, presidente del consorzio. “Fortunatamente di tutto questo abbiamo la documentazione fotografica. Stupisce l’idea che gli stessi responsabili di allora, oggi scomodino concetti come quelli di azione umanitaria e tutela dei diritti dei vulnerabili. I servizi offerti in una struttura ridotta così non potevano certo essere adeguati alla tutela dei diritti dell’essere umano. Abbiamo incontrato mille difficoltà anche strutturali che abbiamo superato recentemente portando a termine numerosi lavori in corso”
Connecting People in questi due anni di gestione ha portato la qualità dei servizi ad altissimo livello, come negli altri centri che gestisce sul territorio italiano (vedi su sito www.cpeople.it).
Durante la nostra gestione,” dichiara ancora Micalizzi, “sono scomparsi gli episodi di intolleranza e le piccole rivolte legate alla scarsa qualità dei servizi e più in generale alla necessità di protezione di cui hanno bisogno le persone di cui ci occupiamo.”
“Ma quale ripristino della trasparenza, della legalità?” chiede Nicola Lo Noce, consigliere di Connecting People, usando le parole del commissario straordinario della CRI. “Ma se la Croce Rossa non può per la sua natura giuridica neppure partecipare alle gare d’appalto?” Lo statuto della CRI, infatti, non prevede la possibilità di partecipare a gare d’appalto e stipulare il relativo contratto, come stabilito dal TAR Lazio, sezione I ter con la sentenza n.32649/2010 e confermato dal Consiglio di Stato.
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, il 17 gennaio 2012, la Commissione della Prefettura ha riassegnato)la gestione del CARA a Croce Rossa. L’atto è stato subito impugnato da Connecting People con ricorso per la sospensiva al Tar Puglia. Ma il 19 gennaio 2012 il TAR ha rigettato il ricorso.
Quello che apparentemente sembra un affare “burocratico”, un ping pong di ricorsi e contro ricorsi tra contendenti del C.A.R.A, nasconde in realtà un problema sociale ben più importante perché in mezzo a pagarne per primi e direttamente le conseguenze vi sono ottanta lavoratori (e rispettiva famiglie) che chiedono soltanto che sia rispettato l’art 5 della convenzione stipulata tra l’UTG di Foggia e l’ente gestore; tale articolo garantisce la continuità lavorativa per i lavoratori in caso di cambi di gestione di qualsiasi natura (l’ente gestore che subentra deve cioè assumere i lavoratori che già prestavano servizio_ art 37 CCNL cooperative sociali richiamato dall art 5 della convenzione).
Quello che si è potuto notare in queste ore è il silenzio da parte delle Istituzioni Locali (Prefetto in primis), della Croce Rossa, che non solo per legge dovrebbe assumere i lavoratori di C.P, ma che sembra inoltre “latitare” di fronte alle pacifiche, educate (almeno perora) proteste di questi ragazzi che a ragione vogliono far valere i propri diritti.
Ci auguriamo che venga data la giusta voce a questi lavoratori, che pur nella protesta, con molta dignità stanno continuando ad operare nel C.A.R.A, e a garantire la loro professionalità nel fornire i servizi agli ospiti del centro.
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