25/01/12

Frews organizza gita all'Isola del Giglio per foto con sfondo Concordia

Il nostro quotidiano online "Frews" organizza una gita all'Isola del Giglio comprensiva di foto dallo scoglio con sfondo "Costa Concordia". Per iscriversi inviare la mail ai contatti qui sotto, costo da stabilire, possibilità di un bagno per chi se la sente e gara a nuoto per raggiungere lo scoglio colpevole del fattaccio e libertà di sfogo, contro di esso, per tutti.
Non voglio ridere della tragedia ma, preciso subito, sto prendendo in giro i media nazionali, carta stampata e televisioni.

Qui su Frews abbiamo parlato a lungo di quello che è successo, e forse continueremo, e siamo sempre partiti dal rispetto verso le persone coinvolte, in primo luogo le vittime ed i loro famigliari.
Non so se questo criterio è stato usato anche dagli altri media nazionali, quelli che vendono tante copie, quelli che hanno come unico problema lo share.
Intere paginate e titoloni a tutta pagina ancora campeggiano, dopo dieci giorni, su molti quotidiani nazionali per raccontare nei particolari, anche più riservati, la vicenda Costa Concordia.
E' finalmente comparso il modellino a Porta a Porta dopo una settimana in cui della Concordia si è parlato in tutti i tg, in tutti i talk show, nei programmi di approfondimento e per ognuno vi era almeno un giornalista inviato all'Isola del Giglio con collaboratori annessi e connessi.
Ed ora gli stessi "padroni del vapore informativo" si lamentano che la gente affolli i traghetti e l'isola per farsi una foto con sfondo Costa Concordia? Sono loro stessi ad imporci un "giornalismo da obitorio" e si lamentano del "turismo del macabro" che creano?
Certo, mi risulta incomprensibile pensare di andare coi miei figli apposta al Giglio e fare la foto e magari prima di schiacciare il pulsante dire anche: "sorridete, cheeeeese!".
Mi risulta però altrettanto ridicolo che ci si lamenti del prodotto che creiamo: chi porta davvero tutta quella gente al Giglio per la foto "sfondo Concordia" se non questo meccanismo dell'apparire a tutti i costi?
Spero che mai capiti, tra qualche anno, ad uno dei superstiti di questa sciagurata avventura della nave di crociera, di andare a casa di amici o di gente appena conosciuta, e trovare, in bella mostra appesa al muro del salotto, una foto appesa e ben incorniciata come un trofeo del vuoto:  che cosa potrà dire lui, superstite e super testimone di quel vuoto che gli è rimasto dentro?.

2 commenti:

  1. MA cosa centra.. se io volessi fare una foto con lo sfondo la concordia..
    La farei per me. non la mostrerei a nessuno. al Massio undomani ai miei i gli.. così come si ricorda il titanic ricorderei la nave concordia.. tutto qui..mic ala gente fa le foto per esporle come trofeo.. non credo proprio

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  2. Completamente d'accordo tranne l'ultimo paragrafo. Il turismo del macabro è una stupida volgarità ma fotografare il relitto è anche documentare. Spesso risaliamo a dettagli su eventi e fatti anche drammatici come le guerre o affondamenti, grazie a foto o video che qualcuno girò in quel particolare momento. Il problema non è la foto in se ma piuttosto come la si fa, come la si ambienta e come si partecipa all'ammirazione del relitto. Ci si dimentica che il modo di fare una foto rappresenta come vediamo quel particolare eventi, come lo sentiamo e come ci partecipiamo. Stona farsi la foto sorridenti davanti a quel monumento alla stupidità magari stona meno fotografare una persona che lo ammira.

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