12/01/12

La barbarie politica e le due vittime: Papa e Cosentino


Quanto sta accadendo nei confronti di Nicola Cosentino, e prima di lui nei confronti di Alfonso Papa, è il segno del livello di barbarie a cui è giunta la lotta politica, un malcostume incivile e crudele adottato da quasi tutti i partiti. Non dal Pdl, che ha “salvato” dal carcere perfino il senatore del Pd, Tedesco, in coerenza con una linea garantista e di civiltà giuridica secondo la quale in galera ci si finisce solo dopo una sentenza passata in giudicato, tranne nei casi più gravi e di reale pericolosità sociale dell’indagato.

Tutti gli altri partiti, perfino l’Udc, nato da una costola di quella Democrazia cristiana che proprio 20 anni fa ha cominciato ad essere distrutta dalla magistratura, ormai si è adeguata a questi metodi da basso impero.

Si sta giocando una partita sulla pelle delle persone. I partiti usano i provvedimenti della magistratura per liberarsi di qualche avversario scomodo (e tutti nell’opposizione sanno quanto il plurivincente Cosentino sia scomodo per loro in Campania), i pm usano la politica e le sue divisioni per imbastire processi di piazza finalizzati solo all’ascesa di fama e popolarità, se non per raggiungere anch’essi obiettivi politici.

Nel caso di Cosentino, lo fa il Fli, che con Bocchino spera avere campo libero in Campania. Come detto, lo fa l’Udc, per gli stessi motivi e anche perché il coordinatore regionale non ha mai fatto mistero di poter governare in totale autosufficienza, senza l’apporto inutile di Casini. Lo fa il Pd, perché da quando c’è Cosentino in Campania ha incassato solo sconfitte. Lo fa la Lega, sacrificando questo o quel deputato alle lotte interne in vista del dopo-Bossi.

E che questo non sia un ragionamento partigiano lo dimostrano gli interventi di deputati che con il Pdl proprio non hanno nulla a che vedere. Il radicale Turco, ieri ha attaccato senza mezzi termini l’offensiva della Procura di Napoli, ha chiaramente detto che la richiesta d’arresto nei confronti di Cosentino è solo figlia della persecuzione, ha smontato i ridicoli motivi per cui Woodcock e compagnia vogliono spedirlo in carcere (una raccomandazione per un mutuo mai concesso nei confronti di persone che fino a quel momento erano al di sopra di ogni sospetto) ed ha votato contro il carcere. Il leghista Paolini ha più volte preso una posizione identica a quella di Turco. Ha però votato per disciplina di partito, secondo le indicazioni della segreteria del Carroccio, cioè per l’arresto. Subito dopo, tuttavia, ha nuovamente attaccato l’ordinanza napoletana annunciando un voto secondo coscienza in aula, augurandosi che molti facciano altrettanto. Bastano questi due interventi per capire quanto sia decaduto il livello della lotta politica. E fanno davvero pena quanti, nelle fila dell’opposizione, hanno dichiarato – dopo aver detto sì alle manette – di aver preso una decisione sofferta. Non hanno neanche letto le carte. Hanno solo visto il nome e il partito del deputato che la magistratura voleva mandare in carcere. Ogni altra valutazione l’hanno lasciata ad altri. A persone certamente più serie e civili.

Di Paolo

4 commenti:

  1. Non è barbaria, è giustizia: perché quando si indaga un politico, deve sempre essere una mossa politica? Perché il politico deve essere vittima? In tribunale dimostrerà la sua innocenza - se è innocente -.

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  2. Io penso che in Parlamento ce ne siano alcuni che più di questi due meritino il carcere.Che i Parlamentari in genere,rispetto ai comuni cittadini,siano sconfinatamente tutelati,al di sopra di ogni giustizia,è vero ma,anche se non mi pronuncio sui due casi data la mia incompetenza,è altrettanto vero che sicuramente esistono dei giochi di palazzo che noi neanche possiamo immaginare e che rendono gli uomini come delle pedine sacrificabili al momento in cui serve.

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  3. Sicuramente i giochi di palazzo ci sono, ma resta il fatto che se una persona è da processare, va processata. Non importa che ci sono anche altri, intanto si inizia da uno e poi via con gli altri.

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  4. Secondo me c'è un malcontento generale nei riguardi della colasse politica,molto forte ed a ragione,per carità.Ma non appena sappiamo di uno di loro imputato di qualcosa,ne vogliamo la testa a tutti i costi.non dico che non sia giusto,anzi,ma questo non ci permette mai di arrivare a monte,di sapere le cose.Io processerei allora anche tutti quelli che oggi chiedono per forza certe teste e fino a ieri ci mangiavano insieme.

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