Oggi 10 febbraio per me sarà una giornata difficilmente dimenticabile per almeno 2 motivi: sono prigioniero a Roma a causa dell’allerta neve e avrò un compagno di “prigionia” particolare, il mio amico croato Alex con il quale abbiamo deciso di trascorrere insieme il Giorno del Ricordo.
Sono sempre stato convinto che per non dimenticare non bisognasse organizzare le solite parate che immancabilmente sono poi strumentalizzate dai singoli partiti di destra o di sinistra; per non dimenticare bisogna parlare, bisogna confrontarsi, bisogna capire il perché tutto è successo e come è stato possibile.
Gli odi, le antipatie, il ricordo che porta al rancore e alla vendetta non producano altro che nuovo astio. In un’ Europa che i padri fondatori sognavano unita e finalmente in pace non ci deve essere spazio per il rancore tra i Popoli, ci deve essere solo la consapevolezza di capire chi siamo e chi siamo stati.
C’è stato il tempo della guerra e dell’odio ma poi ci deve essere quello dell’ascolto e della pace e del ricordo.
Primo Levi scrisse che “quando non si riesce a dimenticare, si prova a perdonare”.
Sicuramente oggi io e Alex avremo tante cose da dirci…
Charlie Lynn
Concordo Charlie,
RispondiEliminaBelle parole, ma i beni immobili di 350.000 italiani, ovvero di quegli italiani che per restare tali sono andati via dalla propria terra, il bilinguismo, la mistificazione storica sulle foibe, per tacer d'altro, sono questioni che attendono ancora risposte.
Mi fa con cio' piacere che tu trascorra la tua giornata con un amico croato, io ho amici russi, bosniaci ed anche sloveni con i quali trascorro di tanto in tanto momenti piacevoli, in amicizia.
Oggi, tuttavia, noi celebriamo il giorno del ricordo ( istituito con la l.92/2004 votato dalla quasi unanimità delle forze parlamentari, tranne Pisapia, Vendola e pochi altri), lo faremo in maniera solenne al Teatro di Caldana, nonostante la neve e non sara' una parata. Peccato non ci sarai, sarebbe stata l'occasione, anche per te, di comprendere che l'odio non c'entra nulla, non e' apologia, e' storia. Un tributo a chi scelse il sommo sacrificio pur di non rinnegare la propria storia, i propri valori, in una parola l'amore per la propria terra, che accomuna certamente tutti i popoli del pianeta. In breve, un atto d'amore, per non dimenticare quei fratelli e quelle terre dove anche le pietre parlano italiano. Buon fine settimana a te.
JURIJ