05/04/12

Alla ricerca di significato: scopriamo il Triduo pasquale

Se la Settimana Santa vede il suo inizio con la Domenica delle Palme, il suo culmine è certamente rappresentato dal Triduo Pasquale, composto dai giorni in cui si fa memoria della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo – ovvero degli episodi cruciali della Redenzione umana –, che vedono il loro inizio con i Vespri del Giovedì Santo e si concludono con i Vespri del giorno di Pasqua.
Il Triduo rappresenta una sorta di grande affresco, ovvero un’unica celebrazione del Mistero Pasquale ripartita nei tre giorni di Venerdì Santo, Sabato Santo e Domenica di Risurrezione; i Vespri del Giovedì Santo possono in tal senso essere considerati quasi i Primi Vespri di una sorta di grande e unica solennità e, non a caso, le celebrazioni liturgiche sono strutturate come un’unica grande liturgia.
Da questo punto di vista, il Triduo Pasquale costituisce la tappa più importante di tutto l'anno liturgico ed è per questo che, in tale particolare circostanza, la Chiesa invita tutti fedeli – anche i meno assidui – a soddisfare i precetti generali di confessare i propri peccati e di ricevere il sacramento dell’Eucaristia, dopo la Confessione sacramentale.

Il Giovedì Santo è suddiviso in due parti distinte: la mattina, presso la Chiesa cattedrale delle varie diocesi si svolge la benedizione degli olii e la Messa crismale, durante la quale i sacerdoti rinnovano le loro promesse al Vescovo. La benedizione degli olii e del Crisma probabilmente risale alla Chiesa di Francia. Venne fissata al Giovedì già nel settimo secolo, per poter disporre degli olii santi e del Santo Crisma, necessari alla celebrazione dei sacramenti della iniziazione cristiana che erano amministrati ai catecumeni durante la Veglia pasquale e poi alle unzioni degli altri sacramenti (quello dell'Ordine e quello per gli infermi). Nella serata inizia il Triduo Pasquale vero e proprio, con la Messa “in Coena Domini”, in cui si commemora l’istituzione dell’Eucaristia da parte dello stesso Cristo e che dovrebbe comprende anche il rito della lavanda dei piedi, a ricordo del gesto compiuto da Gesù, così come narrato dall’evangelista Giovanni, che ci ricorda la necessità di “servire” nella vita sacramentale e liturgica, così come nella vita sociale, sull’esempio di Cristo stesso, che ha servito i discepoli.

Il Venerdì Santo è invece dedicato interamente alla Passione di Cristo ed è un giorno molto particolare poiché non è prevista la celebrazione della messa (che nel rito ambrosiano, in verità, non è celebrata neppure in tutti i venerdì di Quaresima, considerati “a-liturgici”), ma la passione e Morte di Cristo sono commemorati in una celebrazione con momenti significativi sia dal punto di vista storico-liturgico, sia dal punto di vista prettamente umano. Accanto alla celebrazione liturgica vera e propria vige la pia pratica della “Via Crucis”, introdotta in Europa dal domenicano beato Alvaro De Zamora da Cordova (1360-1430), presente mediante quadretti raffiguranti le 14 “stazioni” in ogni chiesa.

Infine, il Sabato Santo è il giorno del “grande silenzio”, un giorno senza alcuna liturgia perché dedicato alla meditazione sulla Morte e Sepoltura di Cristo e all’attesa dell’annuncio della Risurrezione. Nel silenzio si medita pure la discesa “agli inferi” – come dice il simbolo apostolico – del Figlio di Dio, che è sceso fino nel profondo della terra per mostrare la sua condivisione con la condizione umana. Gesù discende laddove,  secondo la tradizione ebraica, c’erano le ombre dei morti: coloro che l’avevano preceduto ma non erano entrati in Paradiso perché il Paradiso era serrato dopo la cacciata di Adamo. Cristo, morendo, ha riaperto il Paradiso.  Alla sera del sabato comincia invece l’ultimo atto del Triduo, con la “Madre di tutte le veglie”, così come l’ha definita sant’Agostino (354-430): un cammino biblico e liturgico che approda alla luce della Resurrezione e si  conclude con la Messa pasquale, a cui seguirà – al mattino – quella della Domenica di Resurrezione, rivivendo l’esperienza delle donne che di primo mattino, andando al sepolcro, lo trovarono vuoto.  

Con il vespro di Pasqua il Triduo si chiude, ma il messaggio della Risurrezione continua a riecheggiare per ben otto giorni nell’ottava di Pasqua e poi ancora per cinquanta fino alla Pentecoste, come se fosse – come dice ancora sant’Agostino – una sola e grande domenica.

Andrea Menegotto

1 commento:

  1. Oggi, nel ricordo dell'inizio della guerra in Bosnia, il mio cuore è doppiamente turbato ma mi consola la coincidenza con l'inizio del Triduo di quest'anno

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