05/04/12

La Lega al tempo di Alfonso Papa. Chieda scusa al garantismo e al Pdl

Riflessione pre pasquale. C'e' una voce, in questi giorni di polemica e attacco nei confronti della Lega Nord, dissenziente e del tutto indifferente al patibolo mediatico costruito per la famiglia Bossi: e' quella del Pdl e di tutti quei moderati sparsi per i vari partiti dell'area di centrodestra che hanno sempre seguito una politica garantista. Al contrario di ciò che scrivono i giornali e mandano in onda le televisioni, delle polemiche scatenate dai più importanti editorialisti e degli insulti proferiti dai politicanti italiani, nel partito di Berlusconi si respira un'aria diversa, meno inquisitoria e più attendista degli sviluppi dell'inchiesta che ha senza dubbio scalfito l'immagine di un partito fino a oggi granitico e pulito. Sarebbe superfluo elencare tutti coloro i quali hanno invitato ad aspettare prima di condannare. Ma basta leggere la dichiarazione rilasciata da Silvio Berlusconi un paio di giorni fa, durante l'ufficio di presidenza del Pdl, per capire che c'e' una certo grado di coerenza a Via dell'Umilta'. Non e' la prima volta che succede: fu il caso di Alberto Tedesco, il senatore del Pd coinvolto in alcune inchieste sul malaffare della sanità pugliese, a fare da apripista a un comportamento coerente con quanto professato pubblicamente. Seguirono, poi, la vicenda di Penati, di Pronzato e tanti altri ancora. Insomma, una condotta mediatica irreprensibile. La stessa che non hanno mai avuto il Pd, che ebbe addirittura il coraggio di votare a favore dell'arresto di un proprio parlamentare, certo che si sarebbe salvato con i voti del Pdl, l'Idv, partito notoriamente composto da manettari e forcaioli, e anche la Lega Nord che, come noto a tutti, è al centro di uno scandalo con potenzialità disastrose per il proprio futuro politico. Il ricordo, ovviamente, non può che andare alla vicenda di Alfonso Papa, deputato del Pdl, che fu coinvolto in un'inchiesta condotta da John Henry Woodcook - il Pm che conduce uno dei tre filoni d'inchiesta sul partito di Via Bellerio - sulla presunta creazione di un giro di malaffare e potere deviato che, guarda caso, fu soprannominato P4. L'indagine dopo giorni di clamore mediatico e mesi di piste morte e inesistenti si abissò negli archivi della procura di Napoli, ma Alfonso Papa, nonostante il suo status di Palmentare, con un voto clamoroso dell'Aula di Montecitorio, finì vittima della carcerazione preventiva, guadagnandosi un "fantastico soggiorno all inclusive" di quattro mesi a Poggioreale. E fu proprio grazie ai voti della Lega che il Parlamentare napoletano finì in carcere. L'opinione pubblica, purtroppo, ha la memoria corta e il cattivo vizio di dimenticare ciò che i media non mettono più in risalto ma chi fa politica, chi ha una memoria di ferro non può dimenticare che il capriccio di Maroni e dei suoi sodali, che compongono la maggioranza del gruppo della Lega alla Camera, costò a un padre di famiglia la lontananza dai propri figli per diversi mesi e a degli innocenti bambini la mancanza fondamentale di un padre. Per non calcolare il danno politico all'allora Esecutivo guidato da Berlusconi, e appoggiato dunque da un partito di 'galeotti', come qualcuno azzardò a dire, e la spinta involontaria data a quei magistrati convinti di poter fare e disfare Governi a colpi di inchieste clamorose che poi si sarebbero rivelate un buco nell'acqua. Ma nonostante questo e tanto altro, si vedano gli insulti che gli azzurri si sono beccatti da Bossi e company in questi mesi per l'appoggio al Governo Montti, la magnanimità di Berlusconi e la buona fede del Pdl hanno impedito che contro la Lega si alzasse un coro di voci unanime, che ci fosse una condanna preventiva ancor prima dell'inizio di un processo vero e proprio. Ecco perché una volta chiarita questa vicenda dai contorni poco chiari, nel bene o nel male, Bossi, Maroni, Calderoli e la Lega intera dovrebbero chiedere scusa al Pdl e soprattutto ad Alfonso Papa per quel comportamento vergognoso che li rese molto simili al compagno Tonino Di Pietro. Non cancellerà l'onta di quattro mesi di carcere ma quantomeno restituirà al garantismo quell'importanza e quel valore che tutti gli dovrebbero dare.

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