I problemi dei bambini, adolescenti e giovani del nostro tempo impongono una riflessione sul comportamento di chi interagisce con loro sulla funzione (strutture preposte a sostenere le famiglie nel favorire una crescita armonica del bambino. Il punto da cui si deve partire per affrontare un’analisi che permetta di individuare responsabilità e strategie di soluzione in ordine a tali problematiche è la famiglia. Cos’è la famiglia oggi? Purtroppo, constatiamo amaramente che la famiglia naturale voluta da Dio Creatore oggi, semplicemente, non esiste più: si è andata svuotando nel tempo rimanendo una crisalide che rapidamente dissecca e muore. Dalla famiglia oggi si colgono pochi frutti e pochissimi di essi sono di buona qualità. Perché?
Mi sono sempre domandato cosa mai abbia reso possibile la conservazione della specie umana ed il notevole sviluppo dell’umanità dalle sue origini, passando per epoche oscure, sopravvivendo ed evolvendosi anche in assenza di qualsiasi mezzo di comunicazione. E sono giunto alla conclusione che tutto si è tramandato tra oggettive difficoltà di socializzazione e di collaborazione tra etnie vicine ma anche lontane, molto diverse e in contesti di analfabetismo totale. Difficoltà che permangono ancora oggi in molte parti del globo. Eppure in questi millenni sono nate cose rilevanti quali la strutturazione sociale e religiosa, le tradizioni, il culto e la memoria degli antenati, una coscienza morale, le regole di vita, le usanze, l’organizzazione del lavoro, le opere di artigianato, tutte le diverse arti che destano ancora la nostra ammirazione. Come è potuto avvenire tutto ciò? L’unica risposta è: il Soffio divino del Creatore, così come narrato dalla Bibbia, ha fatto la diversità tra gli uomini e gli animali, destinati ad una evoluzione lentissima, istintiva e ripetitiva.
Il Soffio è nell’uomo la dignità, la libertà, la coscienza di sé e degli altri, il segno che rende unica la persona umana. Parimenti, però, la Bibbia riporta anche in un capitolo a parte, la creazione della donna per rimarcare la sua pari dignità con l’uomo, ma anche la sua profonda diversità: il fango per l’uomo, la costola di Adamo, che è la struttura ossea più vicina al cuore, per la donna. La scelta del Cretore puntualizza la specificità della femminilità, tutta imperniata sul cuore, inteso come sorgente di sentimenti, di genialità, di religiosità, di slanci intimi profondi e rapidi che non sono altro che le molteplici energie vitali che, immesse nel grande mare dell’amore materno, hanno assicurato e ancora possono assicurare la sopravvivenza e l’educazione della specie umana, dovere primario della famiglia.
Con questa creazione specifica della donna madre il Creatore ha voluto consacrarla ad un sacerdozio naturale attraverso il quale lo Spirito Santo, all’avvenuto concepimento, l’arricchisce dei suoi preziosi doni nell’atto di infondere l’anima soprannaturale alla nuova creatura, rendendo in tal modo la madre capace di incarnare e far fruttificare il primordiale Soffio divino con la sua fede, il suo amore e l’esempio della vita nell’atto di donarsi totalmente ed esclusivamente a suo figlio; ciò che vale per ogni donna di qualunque fede. Tale processo vitale, così legato allo svolgimento del ciclo della maternità, si chiama transgenerazionalità. Ed è questo il Mirabile periodo che può dar risposta alla mia domanda iniziale, questo il processo ancestrale profondissimo che determina automaticamente, senza bisogno di particolari preparazioni, lo sviluppo e la sopravvivenza perché esso è dotato della fortissima energia vitale propria dell’amore materno, guidato dalla fede, sostenuto dall’amore e dall’aiuto paterno.
Il sociologo Sorokin nel suo libro Il potere dell’amore, al capitolo quarto, prova ad elencare i soggetti capaci di produrre, accumulare e propagare l’energia d’amore, forza indispensabile a beneficio dell’umanità: l’amore creativo, l’amore che genera amore, l’amore come cura, come motore della società e delle relazioni umane, come generatore di bellezza, bontà, libertà, felicità…
Egli ha indagato con quesiti diretti ad un ricerca sociale e necessariamente usando metodi razionali;da essi è risultato che i soggewggi che accumulano amore sono i geni, gli artisti, gli altruisti, i santi… Ma egli non ha inserito le madri che da sempre sono donatrici di tutti questi tipi di amore, pur agendo a livello inconscio, in un modo cioè non rilevabile razionalmente. Tutte le madri del mondo hanno sostenuto, con il loro amore gratuito e silenzioso, accollandosi tutti i sacrifici che ne conseguono, il genere umano per millenni . Dal Soffio vitale divino” esse hanno tratto l’amore umano più puro, intenso e disinteressato, spesso fino al sacrificio della loro vita.
L’educazione umana è possibile solo in una famiglia che è organismo vero, funzionale, capace di procreare ed educare la prole regolata da una precisa ritualità che proviene dalle leggi naturali consolidate e rese sacre dall’amore materno. Essa nasce da un sogno di due persone che si incontrano per sprigionare nuove vite, pur essendo ambedue assolutamente insostituibili in alcune fasi della vita comune, avendo pari dignità, prestigio e capacità. Ognuno dei coniugi, in accordo con l’altro, userà la sua particolarità specifica al momento giusto. La collaborazione tra loro sarà difficilissima e dovranno essere molto elastici adattandosi talvolta ad un ruolo di solo sostegno e talvolta a quello più diretto, impegnativo e fruttifero, rimanendo assolutamente però sempre in un clima collaborativo. È sbagliato pensare che i coniugi siano e debbano essere uguali e intercambiabili nell’assumere la cura e l’educazione dei figli. Questo è il più grande errore educativo che sia stato commesso, soprattutto nel nostro tempo, per creare competizioni, squilibri e fratture ideologiche tra i coniugi ed i figli, generando maleducazione e purtroppo anche tante tragedie famigliari.
Nello schema che segue si è cercato di riassumere le diverse specificità e competenze. In esso appare chiaramente che il coinvolgimento della coppia è sempre associato, ma in periodi particolari e necessario che l’uno deve essere più impegnato dell’altro perché è al momento più capace di provvedere a richieste specifiche, necessarie per la formazione della creatura.
Nello schema si indicano le varie fasi in cui si alternano con pari dignità la figura di attore diretto e quella di sostenitore e collaboratore
L’educazione primaria compito fondamentale della famiglia
Nel contesto prenatale l’educazione primaria può realizzarsi solo per imitazione della persona più vicina, carica d’amore, di dedizione, e quindi capace di creare fiducia. Il concepito nel grembo materno non può scegliere, infatti la persona con cui comunica non può che essere sua madre e solo lei, che lo posta in seno, ne dovrà curare la crescita. Questo è certamente il modo più rapido e più sicuro per imparare a vivere e il bambino potrà farlo solo se la madre sarà sempre presente e desiderosa di dedicarsi totalmente a lui con amore gratuito. La catena che nasce nella fede del figlio per la madre e della madre verso il figlio, pur avendo come riferimento più alto Dio stesso, si diffonde per mille rivoli suscitando culture, religioni e civiltà diverse fra loro ma sempre sostanzialmente simili nei conte¬nuti. Tutto poi si arricchirà di generazione in generazione senza perdere null.! Ad ogni nascita l’umanità farà?) un passo avanti e ogni esperienza, ogni medita¬zione, ogni pensiero verrà compreso, elaborato, migliorato e ad ogni passaggio trans-generazionale diverrà sempre più prezioso. La storia dell’umanità è piena degli strabilianti suc¬cessi di questo continuo flusso esistenziale proveniente dalle generazioni precedenti.
Nel realizzare l’avvento del Redentore, Dio Padre ha voluto riconsacrare la primordiale maternità e transgenerazionalità glorificando Maria SS.ma benedetta fra tutte le donne. Egli ha affidato a Lei il compito dell’incarnazione, della nascita e dell’educazione ebraica del suo unico Figlio, renden¬doLa così, miracolosamente, Madre di Dio. Una grande vitalità nasce dalla forte energia prodotta dalla femminilità che è “il cuore” voluto da Dio e più volte richiamato da Gesù nel Vangelo. Questa carica energetica si accresce nella maternità, che viene sostenuta dalla grazia di stato, al suo più alto grado di vitalità: essa può essere percepita anche dalla trasformazione che subisce la nuova madre che comincia a vivere in uno straordinario grado di superconscio così come lo definisce il sociologo P. A. Sorokin riferendosi ai grandi produttori d’amore: molteplice infinità, la coincidentia oppositorum che trascende le contraddizioni del pensiero razionale, inesauribile nella sua creatività. Esso sembra avere molte forme e manifestarsi in tutta l’infinita ricchezza che lo mette in contatto con il superconscio ... È il più alto grado della personalità, delle energie e delle attività dell’uomo che sono indicate come il divino che c’è nell’uomo, la più sublime energia della verità, della bontà e della bellezza” l’apice del genio creativo.
Al concepimento la madre è totalmente per la sua creatura e si lascia letteralmente mangiare da essa nel corpo e nell’anima! È lei che la fa vivere e crescere dentro di sé, è lei che le fa respirare la sua stessa aria attraverso i suoi polmoni, è lei che le fa assimilare il suo stesso cibo, è lei che la vivifica con il suo stesso sangue, è lei che le comunica i suoi stessi stimoli nervosi, ed è ancora lei che avvinta nel mirabile ed intimo unicum madre-figlio provvede alla sua crescita psichica e spirituale passando messaggi e stimoli vitali provenienti dal suo cuore, insegnando con la propria vita. Un cuore che per lui è perfettamente percepibile senza parole e ragionamenti, è un cuore esistenziale che dalla creazione si forma e cresce nel grembo di tutte le mamme e che si arricchisce sempre più di capacità speciali e diverse, che generano sensazioni, intuizioni, empatie, messaggi mnestici protomentali, capaci di incidersi incancellabilmente nel subconscio nascente.
È questa l’educazione primaria materna ancestrale ed inconscia che ogni madre ha da sempre assicurato a suo figlio. È evidente che solo lei può darla perché solo lei può, mediante la liturgia transgenerazionale fondante, donare totalmente la sua vita arricchita da tutti gli apporti gratuitamente percepiti dalle precedenti generazioni. Una vita piena di fede, di amore, di valori consolidati, di cultura, di socialità, di principi religiosi… Tutto sarà percepito dal figlio perché lui è fatto di lei, capisce solo tramite i linguaggi criptici che va concordando con la madre. Alla fine tutto si organizzerà inconsciamente come un riflesso condizionato che sarà capace di dare equilibrio, capacità di decisione, apertura verso la vita, coraggio nell’affrontarla, assunzione consapevole dei rischi, sperimentando i necessari sacrifici da affrontare per seguire un ideale personale. Questa maturità inconscia, questa coscienza sarà il suo sottofondo basilare che gradualmente lo sosterrà anche al successivo momento della verifica razionale che lo renderà più forte, più consapevole, più efficiente e capace di entrare tra le nuove leve giovanili agendo con saggezza nel consesso umano, contribuendo al bene comune.
Allo svezzamento, ai primi cenni di autonomia, i linguaggi materni cominceranno ad essere più espliciti, il bambino si muoverà in uno spazio vitale in cui la madre diverrà visivamente e materialmente il modello da seguire e da imitare nelle sue azioni, nei suoi atteggiamenti e in tutti i suoi aspetti vitali, da quelli più intimi a quelli che riguardano i rapporti sociali. In questa fase l’ effettiva presenza materna è evidentemente essenziale perché deve agganciarsi alle basi inconsce da lei precedentemente formate. Ma il tutto dovrà svolgersi serenamente in un clima d’amore e di comprensione accettando e sollecitando la collaborazione diretta del padre e della comunità allar¬gata. È una fase ancora al “femminile “ arricchita però dall’apporto paterno; solo la madre può educare profondamente eseguendo semplicemente i normali lavori domestici davanti ai suoi figli coinvolgendoli con facilità ad imitarla.
Questa posizione educativa privilegiata non può essere svolta da nessun altro, tantomeno da astratti professori pedagoghi che, evitando le astrazioni, potrebbero rendere più favorevole e fruttifero il compito materno studiando l’educazione a livello inconscio consigliando come migliorare e potenziare l’insostituibile azione materna. È la maltrattata casalinga il perno del castello educativo. Inchiniamoci, valorizziamola e aiutiamola nel difficilissimo compito. È dal “suo cuore”, solo dal “suo cuore” che dobbiamo tutti umilmente passare per superare l’emergenza educativa.
Tutte le madri dotate del loro “genio particolare” in tutti i tempi hanno prodotto ed influenzato anche i rapporti sociali contribuendo nel tempo a formare e arricchire una sempre più ampia piattaforma comune nella quale fosse possibile assorbire, equilibrare ed articolare le diverse transgenerazionalità individuali. La piattaforma originata da madri con la stessa fede, con gli stessi valori, genera le stesse regole sociali ed ogni esperienza si rende disponibile, potrà essere utilizzata da tutti, per poi essere ridonata, ancor più solida e più ricca, all’intera comunità. L’intensità di questi travasi vitali hanno formato e formano ancora l’immenso patrimonio sociale della nostra civiltà; essi sono sorti e sorgono quasi automaticamente, se alimentati da un amore sincero. Questo tipo di educazione naturale carica di vitalità, spontanea, largamente inconscia, basata sui valori del cuore evangelico, sempre arricchita dalle tradizioni consolidate nei secoli di vita vissuta per amore, è stato adottato anche dalle antiche società civili che l’hanno mirabilmente utilizzata ben oltre i limiti della maternità, prolungandosi per secoli nel nostro mondo occidentale ricavando la propria attendibilità dalla validità dei comuni principi di riferimento: amore, fede, civiltà.
Tutto ciò ha influito anche sull’insegnamento razionale. Lo schema naturale materno basato sulla fede viene prolungato poggiandosi su una nuova fiducia nel maestro che insegna un’arte o un mestiere o un sapere ma che diventa, come la madre per il giovane educando, un esempio di vita da imitare che forma l’intera persona dandole quanto necessario per entrare a pieno titolo e con sicurezza nella comunità. Questo metodo, basato sulla fede in Dio e sulla persona umana, ha raggiunto i risultati più alti in assoluto dando frutti eccellenti per tutto il nostro medioevo in cui si diffuse una cultura di base unitaria estesa all’intera Europa ed egual¬mente distribuita in tutti gli strati della società. Tale cultura, imperniata sul valore della persona, si diffuse rapidamente perché capace di meraviglie in ogni campo delle attività umane rese poi concrete nel loro splendore da una perizia artigianale fortemente radicata nella vita concreta di tutti i giorni anche a livello soprattutto popolare. In questo contesto ogni opera, ogni attività, ogni azione si svolgeva nel solco della fede comune e della fede nelle persone; quindi le varie attività e opere artigianali erano capite e assorbite facilmente da tutti; ciò che gradualmente crescere la comunità intera.
Ritengo che l’insegnamento e l’educazione vitale del tipo materno poi gestito a livello razionale sia quello voluto da Dio Creatore. Esso poi sarà vissuto, valorizzato e caricato di orizzonti infiniti dalla predicazione di Gesù Redentore. Il suo vangelo è popolarmente radicato nella vita vissuta ed arricchita dall’amore, fortificata e nobilitata, non svilita da gravami normativi ma caricata da energici stimoli verso generosi slanci vitali, intuitivi, creativi, evolutivi che sono proprio quelli che servono a dare vita alla persona considerata nella sua interezza! Saranno l’avvento dell’umanesimo, la razionale astrazione rinascimentale ed il secentesco “cogito ergo sum” cartesiano, che cominceranno a spezzare l’unicità e l’interezza della persona ancora immersa in una sana e raffinatissima cultura sperimentale fortemente inserita nella realtà popolare ad imporre schemi di una nuova illuminata cultura sempre più specialistica e razionale ma piena di astrazioni quasi totalmente incomprensibili per la maggioranza dei comuni mortali. Il metodo materno-naturale non basta più!
L’astrazione razionale è stata certamente un salto essenziale e determinante per il progresso scientifico che è riuscito a valorizzare la potenza dei nuovi sistemi analitici a svantaggio di quelli sintetici più complessi e meno capaci di elaborazioni e di elasticità. E sarà l’astrazione che nel tempo si imporrà sempre più ottenendo oggettivamente altissimi e utilissimi risultati teorici che le successive realizzazioni tecnologiche porteranno a risultati sempre più rilevanti fino ai nostri giorni. La nuova impostazione razionale ha potuto contare sull’organizzazione della società medievale che era talmente forte, unitaria e carica della sua efficienza e delle sue innumerevoli intuizioni e realizzazioni per essere pronta a divenire una nuova solida base operativa, capace di sostenere e realizzare tutte le ricchezze provenienti dalle nuove spinte culturali; ciò ha permesso loro di potersi radicare nel reale ottenendo buoni risultati e brillanti affermazioni personali.
Questa necessaria e prestigiosa evoluzione ha però determinato nelle diverse società e nella persona umana una gravissima frattura divenuta poi una piaga molto pericolosa che nel secolo passato ha generato il razionalismo, il determinismo, il relativismo, da cui poi comunismo, nazismo. e tanti altri ismi che hanno fatto perdere sempre più al nostro mondo quella direzione carica di equilibrio che Dio aveva dato agli uomini ma che può sostenersi solo nell’equilibrio soprannaturale che è sempre presente in ogni religione fin dall’inizio dei tempi. Ora in questa bussola impazzita non è più possibile l’educazione ma le educazioni ovviamente in contrasto tra loro che solo un “subconscio religioso” ancora presente e ancora debolmente trasmesso nella maternità riesce a contenere. Così non c’è una famiglia naturale, ci sono famiglie astratte di pari dignità. Purtroppo la piattaforma comune sopra descritta per idealizzare la compattezza medievale, è saltata e ognuno trova il suo motivo valido per fare ciò che vuole dissacrando leggi naturali, regole di comportamento, arrivando infine con tracotanza e, purtroppo, anche alla violenza sui deboli, con il plauso sociale o il disinteresse comune.
In detto processo demolitore la piaga si allarga sempre più perché la nostra sufficienza razionale ci ha portato a pensare che i figli potrebbero essere educati fin dalla più tenera età usando il solo ragionamento, applicando ottime teorie astratte anche in assenza di un’idonea base fondamentale costituita dall’educazione primaria, necessariamente inconscia, che è compito e dovere esclusivo della madre. In sintesi si è pensato di poter fare a meno di tutte le esperienze vissute nei secoli e nei millenni passati facendo tabula rasa del glorioso patrimonio creato dalla vita vissuta nelle generazioni passate. Atteggiamento che ha determinato il graduale svilimento degli indispensabili valori femminili che da sempre hanno plasmato l’umanità; nel periodo mirabile che è sempre il più creativo, esclusivo e importante della vita umana.
L’educazione materna quindi rimane la più necessaria, la più nobile ela più alta responsabilità umana. Invece oggi si è arrivati, chi non lo sa?, a pensare che la vita prenatale, la gravidanza e la dedizione materna siano inutili intralci alla vita delle donne! È fuori dubbio invece che vita prenatale, gravidanza e dedizione materna siano il più nobile servizio-supporto alla vita nascente.
Carlo Santanchè
Mi sono sempre domandato cosa mai abbia reso possibile la conservazione della specie umana ed il notevole sviluppo dell’umanità dalle sue origini, passando per epoche oscure, sopravvivendo ed evolvendosi anche in assenza di qualsiasi mezzo di comunicazione. E sono giunto alla conclusione che tutto si è tramandato tra oggettive difficoltà di socializzazione e di collaborazione tra etnie vicine ma anche lontane, molto diverse e in contesti di analfabetismo totale. Difficoltà che permangono ancora oggi in molte parti del globo. Eppure in questi millenni sono nate cose rilevanti quali la strutturazione sociale e religiosa, le tradizioni, il culto e la memoria degli antenati, una coscienza morale, le regole di vita, le usanze, l’organizzazione del lavoro, le opere di artigianato, tutte le diverse arti che destano ancora la nostra ammirazione. Come è potuto avvenire tutto ciò? L’unica risposta è: il Soffio divino del Creatore, così come narrato dalla Bibbia, ha fatto la diversità tra gli uomini e gli animali, destinati ad una evoluzione lentissima, istintiva e ripetitiva.
Il Soffio è nell’uomo la dignità, la libertà, la coscienza di sé e degli altri, il segno che rende unica la persona umana. Parimenti, però, la Bibbia riporta anche in un capitolo a parte, la creazione della donna per rimarcare la sua pari dignità con l’uomo, ma anche la sua profonda diversità: il fango per l’uomo, la costola di Adamo, che è la struttura ossea più vicina al cuore, per la donna. La scelta del Cretore puntualizza la specificità della femminilità, tutta imperniata sul cuore, inteso come sorgente di sentimenti, di genialità, di religiosità, di slanci intimi profondi e rapidi che non sono altro che le molteplici energie vitali che, immesse nel grande mare dell’amore materno, hanno assicurato e ancora possono assicurare la sopravvivenza e l’educazione della specie umana, dovere primario della famiglia.
Con questa creazione specifica della donna madre il Creatore ha voluto consacrarla ad un sacerdozio naturale attraverso il quale lo Spirito Santo, all’avvenuto concepimento, l’arricchisce dei suoi preziosi doni nell’atto di infondere l’anima soprannaturale alla nuova creatura, rendendo in tal modo la madre capace di incarnare e far fruttificare il primordiale Soffio divino con la sua fede, il suo amore e l’esempio della vita nell’atto di donarsi totalmente ed esclusivamente a suo figlio; ciò che vale per ogni donna di qualunque fede. Tale processo vitale, così legato allo svolgimento del ciclo della maternità, si chiama transgenerazionalità. Ed è questo il Mirabile periodo che può dar risposta alla mia domanda iniziale, questo il processo ancestrale profondissimo che determina automaticamente, senza bisogno di particolari preparazioni, lo sviluppo e la sopravvivenza perché esso è dotato della fortissima energia vitale propria dell’amore materno, guidato dalla fede, sostenuto dall’amore e dall’aiuto paterno.
Il sociologo Sorokin nel suo libro Il potere dell’amore, al capitolo quarto, prova ad elencare i soggetti capaci di produrre, accumulare e propagare l’energia d’amore, forza indispensabile a beneficio dell’umanità: l’amore creativo, l’amore che genera amore, l’amore come cura, come motore della società e delle relazioni umane, come generatore di bellezza, bontà, libertà, felicità…
Egli ha indagato con quesiti diretti ad un ricerca sociale e necessariamente usando metodi razionali;da essi è risultato che i soggewggi che accumulano amore sono i geni, gli artisti, gli altruisti, i santi… Ma egli non ha inserito le madri che da sempre sono donatrici di tutti questi tipi di amore, pur agendo a livello inconscio, in un modo cioè non rilevabile razionalmente. Tutte le madri del mondo hanno sostenuto, con il loro amore gratuito e silenzioso, accollandosi tutti i sacrifici che ne conseguono, il genere umano per millenni . Dal Soffio vitale divino” esse hanno tratto l’amore umano più puro, intenso e disinteressato, spesso fino al sacrificio della loro vita.
L’educazione umana è possibile solo in una famiglia che è organismo vero, funzionale, capace di procreare ed educare la prole regolata da una precisa ritualità che proviene dalle leggi naturali consolidate e rese sacre dall’amore materno. Essa nasce da un sogno di due persone che si incontrano per sprigionare nuove vite, pur essendo ambedue assolutamente insostituibili in alcune fasi della vita comune, avendo pari dignità, prestigio e capacità. Ognuno dei coniugi, in accordo con l’altro, userà la sua particolarità specifica al momento giusto. La collaborazione tra loro sarà difficilissima e dovranno essere molto elastici adattandosi talvolta ad un ruolo di solo sostegno e talvolta a quello più diretto, impegnativo e fruttifero, rimanendo assolutamente però sempre in un clima collaborativo. È sbagliato pensare che i coniugi siano e debbano essere uguali e intercambiabili nell’assumere la cura e l’educazione dei figli. Questo è il più grande errore educativo che sia stato commesso, soprattutto nel nostro tempo, per creare competizioni, squilibri e fratture ideologiche tra i coniugi ed i figli, generando maleducazione e purtroppo anche tante tragedie famigliari.
Nello schema che segue si è cercato di riassumere le diverse specificità e competenze. In esso appare chiaramente che il coinvolgimento della coppia è sempre associato, ma in periodi particolari e necessario che l’uno deve essere più impegnato dell’altro perché è al momento più capace di provvedere a richieste specifiche, necessarie per la formazione della creatura.
Nello schema si indicano le varie fasi in cui si alternano con pari dignità la figura di attore diretto e quella di sostenitore e collaboratore
L’educazione primaria compito fondamentale della famiglia
Nel contesto prenatale l’educazione primaria può realizzarsi solo per imitazione della persona più vicina, carica d’amore, di dedizione, e quindi capace di creare fiducia. Il concepito nel grembo materno non può scegliere, infatti la persona con cui comunica non può che essere sua madre e solo lei, che lo posta in seno, ne dovrà curare la crescita. Questo è certamente il modo più rapido e più sicuro per imparare a vivere e il bambino potrà farlo solo se la madre sarà sempre presente e desiderosa di dedicarsi totalmente a lui con amore gratuito. La catena che nasce nella fede del figlio per la madre e della madre verso il figlio, pur avendo come riferimento più alto Dio stesso, si diffonde per mille rivoli suscitando culture, religioni e civiltà diverse fra loro ma sempre sostanzialmente simili nei conte¬nuti. Tutto poi si arricchirà di generazione in generazione senza perdere null.! Ad ogni nascita l’umanità farà?) un passo avanti e ogni esperienza, ogni medita¬zione, ogni pensiero verrà compreso, elaborato, migliorato e ad ogni passaggio trans-generazionale diverrà sempre più prezioso. La storia dell’umanità è piena degli strabilianti suc¬cessi di questo continuo flusso esistenziale proveniente dalle generazioni precedenti.
Nel realizzare l’avvento del Redentore, Dio Padre ha voluto riconsacrare la primordiale maternità e transgenerazionalità glorificando Maria SS.ma benedetta fra tutte le donne. Egli ha affidato a Lei il compito dell’incarnazione, della nascita e dell’educazione ebraica del suo unico Figlio, renden¬doLa così, miracolosamente, Madre di Dio. Una grande vitalità nasce dalla forte energia prodotta dalla femminilità che è “il cuore” voluto da Dio e più volte richiamato da Gesù nel Vangelo. Questa carica energetica si accresce nella maternità, che viene sostenuta dalla grazia di stato, al suo più alto grado di vitalità: essa può essere percepita anche dalla trasformazione che subisce la nuova madre che comincia a vivere in uno straordinario grado di superconscio così come lo definisce il sociologo P. A. Sorokin riferendosi ai grandi produttori d’amore: molteplice infinità, la coincidentia oppositorum che trascende le contraddizioni del pensiero razionale, inesauribile nella sua creatività. Esso sembra avere molte forme e manifestarsi in tutta l’infinita ricchezza che lo mette in contatto con il superconscio ... È il più alto grado della personalità, delle energie e delle attività dell’uomo che sono indicate come il divino che c’è nell’uomo, la più sublime energia della verità, della bontà e della bellezza” l’apice del genio creativo.
Al concepimento la madre è totalmente per la sua creatura e si lascia letteralmente mangiare da essa nel corpo e nell’anima! È lei che la fa vivere e crescere dentro di sé, è lei che le fa respirare la sua stessa aria attraverso i suoi polmoni, è lei che le fa assimilare il suo stesso cibo, è lei che la vivifica con il suo stesso sangue, è lei che le comunica i suoi stessi stimoli nervosi, ed è ancora lei che avvinta nel mirabile ed intimo unicum madre-figlio provvede alla sua crescita psichica e spirituale passando messaggi e stimoli vitali provenienti dal suo cuore, insegnando con la propria vita. Un cuore che per lui è perfettamente percepibile senza parole e ragionamenti, è un cuore esistenziale che dalla creazione si forma e cresce nel grembo di tutte le mamme e che si arricchisce sempre più di capacità speciali e diverse, che generano sensazioni, intuizioni, empatie, messaggi mnestici protomentali, capaci di incidersi incancellabilmente nel subconscio nascente.
È questa l’educazione primaria materna ancestrale ed inconscia che ogni madre ha da sempre assicurato a suo figlio. È evidente che solo lei può darla perché solo lei può, mediante la liturgia transgenerazionale fondante, donare totalmente la sua vita arricchita da tutti gli apporti gratuitamente percepiti dalle precedenti generazioni. Una vita piena di fede, di amore, di valori consolidati, di cultura, di socialità, di principi religiosi… Tutto sarà percepito dal figlio perché lui è fatto di lei, capisce solo tramite i linguaggi criptici che va concordando con la madre. Alla fine tutto si organizzerà inconsciamente come un riflesso condizionato che sarà capace di dare equilibrio, capacità di decisione, apertura verso la vita, coraggio nell’affrontarla, assunzione consapevole dei rischi, sperimentando i necessari sacrifici da affrontare per seguire un ideale personale. Questa maturità inconscia, questa coscienza sarà il suo sottofondo basilare che gradualmente lo sosterrà anche al successivo momento della verifica razionale che lo renderà più forte, più consapevole, più efficiente e capace di entrare tra le nuove leve giovanili agendo con saggezza nel consesso umano, contribuendo al bene comune.
Allo svezzamento, ai primi cenni di autonomia, i linguaggi materni cominceranno ad essere più espliciti, il bambino si muoverà in uno spazio vitale in cui la madre diverrà visivamente e materialmente il modello da seguire e da imitare nelle sue azioni, nei suoi atteggiamenti e in tutti i suoi aspetti vitali, da quelli più intimi a quelli che riguardano i rapporti sociali. In questa fase l’ effettiva presenza materna è evidentemente essenziale perché deve agganciarsi alle basi inconsce da lei precedentemente formate. Ma il tutto dovrà svolgersi serenamente in un clima d’amore e di comprensione accettando e sollecitando la collaborazione diretta del padre e della comunità allar¬gata. È una fase ancora al “femminile “ arricchita però dall’apporto paterno; solo la madre può educare profondamente eseguendo semplicemente i normali lavori domestici davanti ai suoi figli coinvolgendoli con facilità ad imitarla.
Questa posizione educativa privilegiata non può essere svolta da nessun altro, tantomeno da astratti professori pedagoghi che, evitando le astrazioni, potrebbero rendere più favorevole e fruttifero il compito materno studiando l’educazione a livello inconscio consigliando come migliorare e potenziare l’insostituibile azione materna. È la maltrattata casalinga il perno del castello educativo. Inchiniamoci, valorizziamola e aiutiamola nel difficilissimo compito. È dal “suo cuore”, solo dal “suo cuore” che dobbiamo tutti umilmente passare per superare l’emergenza educativa.
Tutte le madri dotate del loro “genio particolare” in tutti i tempi hanno prodotto ed influenzato anche i rapporti sociali contribuendo nel tempo a formare e arricchire una sempre più ampia piattaforma comune nella quale fosse possibile assorbire, equilibrare ed articolare le diverse transgenerazionalità individuali. La piattaforma originata da madri con la stessa fede, con gli stessi valori, genera le stesse regole sociali ed ogni esperienza si rende disponibile, potrà essere utilizzata da tutti, per poi essere ridonata, ancor più solida e più ricca, all’intera comunità. L’intensità di questi travasi vitali hanno formato e formano ancora l’immenso patrimonio sociale della nostra civiltà; essi sono sorti e sorgono quasi automaticamente, se alimentati da un amore sincero. Questo tipo di educazione naturale carica di vitalità, spontanea, largamente inconscia, basata sui valori del cuore evangelico, sempre arricchita dalle tradizioni consolidate nei secoli di vita vissuta per amore, è stato adottato anche dalle antiche società civili che l’hanno mirabilmente utilizzata ben oltre i limiti della maternità, prolungandosi per secoli nel nostro mondo occidentale ricavando la propria attendibilità dalla validità dei comuni principi di riferimento: amore, fede, civiltà.
Tutto ciò ha influito anche sull’insegnamento razionale. Lo schema naturale materno basato sulla fede viene prolungato poggiandosi su una nuova fiducia nel maestro che insegna un’arte o un mestiere o un sapere ma che diventa, come la madre per il giovane educando, un esempio di vita da imitare che forma l’intera persona dandole quanto necessario per entrare a pieno titolo e con sicurezza nella comunità. Questo metodo, basato sulla fede in Dio e sulla persona umana, ha raggiunto i risultati più alti in assoluto dando frutti eccellenti per tutto il nostro medioevo in cui si diffuse una cultura di base unitaria estesa all’intera Europa ed egual¬mente distribuita in tutti gli strati della società. Tale cultura, imperniata sul valore della persona, si diffuse rapidamente perché capace di meraviglie in ogni campo delle attività umane rese poi concrete nel loro splendore da una perizia artigianale fortemente radicata nella vita concreta di tutti i giorni anche a livello soprattutto popolare. In questo contesto ogni opera, ogni attività, ogni azione si svolgeva nel solco della fede comune e della fede nelle persone; quindi le varie attività e opere artigianali erano capite e assorbite facilmente da tutti; ciò che gradualmente crescere la comunità intera.
Ritengo che l’insegnamento e l’educazione vitale del tipo materno poi gestito a livello razionale sia quello voluto da Dio Creatore. Esso poi sarà vissuto, valorizzato e caricato di orizzonti infiniti dalla predicazione di Gesù Redentore. Il suo vangelo è popolarmente radicato nella vita vissuta ed arricchita dall’amore, fortificata e nobilitata, non svilita da gravami normativi ma caricata da energici stimoli verso generosi slanci vitali, intuitivi, creativi, evolutivi che sono proprio quelli che servono a dare vita alla persona considerata nella sua interezza! Saranno l’avvento dell’umanesimo, la razionale astrazione rinascimentale ed il secentesco “cogito ergo sum” cartesiano, che cominceranno a spezzare l’unicità e l’interezza della persona ancora immersa in una sana e raffinatissima cultura sperimentale fortemente inserita nella realtà popolare ad imporre schemi di una nuova illuminata cultura sempre più specialistica e razionale ma piena di astrazioni quasi totalmente incomprensibili per la maggioranza dei comuni mortali. Il metodo materno-naturale non basta più!
L’astrazione razionale è stata certamente un salto essenziale e determinante per il progresso scientifico che è riuscito a valorizzare la potenza dei nuovi sistemi analitici a svantaggio di quelli sintetici più complessi e meno capaci di elaborazioni e di elasticità. E sarà l’astrazione che nel tempo si imporrà sempre più ottenendo oggettivamente altissimi e utilissimi risultati teorici che le successive realizzazioni tecnologiche porteranno a risultati sempre più rilevanti fino ai nostri giorni. La nuova impostazione razionale ha potuto contare sull’organizzazione della società medievale che era talmente forte, unitaria e carica della sua efficienza e delle sue innumerevoli intuizioni e realizzazioni per essere pronta a divenire una nuova solida base operativa, capace di sostenere e realizzare tutte le ricchezze provenienti dalle nuove spinte culturali; ciò ha permesso loro di potersi radicare nel reale ottenendo buoni risultati e brillanti affermazioni personali.
Questa necessaria e prestigiosa evoluzione ha però determinato nelle diverse società e nella persona umana una gravissima frattura divenuta poi una piaga molto pericolosa che nel secolo passato ha generato il razionalismo, il determinismo, il relativismo, da cui poi comunismo, nazismo. e tanti altri ismi che hanno fatto perdere sempre più al nostro mondo quella direzione carica di equilibrio che Dio aveva dato agli uomini ma che può sostenersi solo nell’equilibrio soprannaturale che è sempre presente in ogni religione fin dall’inizio dei tempi. Ora in questa bussola impazzita non è più possibile l’educazione ma le educazioni ovviamente in contrasto tra loro che solo un “subconscio religioso” ancora presente e ancora debolmente trasmesso nella maternità riesce a contenere. Così non c’è una famiglia naturale, ci sono famiglie astratte di pari dignità. Purtroppo la piattaforma comune sopra descritta per idealizzare la compattezza medievale, è saltata e ognuno trova il suo motivo valido per fare ciò che vuole dissacrando leggi naturali, regole di comportamento, arrivando infine con tracotanza e, purtroppo, anche alla violenza sui deboli, con il plauso sociale o il disinteresse comune.
In detto processo demolitore la piaga si allarga sempre più perché la nostra sufficienza razionale ci ha portato a pensare che i figli potrebbero essere educati fin dalla più tenera età usando il solo ragionamento, applicando ottime teorie astratte anche in assenza di un’idonea base fondamentale costituita dall’educazione primaria, necessariamente inconscia, che è compito e dovere esclusivo della madre. In sintesi si è pensato di poter fare a meno di tutte le esperienze vissute nei secoli e nei millenni passati facendo tabula rasa del glorioso patrimonio creato dalla vita vissuta nelle generazioni passate. Atteggiamento che ha determinato il graduale svilimento degli indispensabili valori femminili che da sempre hanno plasmato l’umanità; nel periodo mirabile che è sempre il più creativo, esclusivo e importante della vita umana.
L’educazione materna quindi rimane la più necessaria, la più nobile ela più alta responsabilità umana. Invece oggi si è arrivati, chi non lo sa?, a pensare che la vita prenatale, la gravidanza e la dedizione materna siano inutili intralci alla vita delle donne! È fuori dubbio invece che vita prenatale, gravidanza e dedizione materna siano il più nobile servizio-supporto alla vita nascente.
Carlo Santanchè
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