Ieri abbiamo scelto di dare voce ai dipendenti della Milano 90 che ci scrivevano da Piazza Monte Citorio dove erano presenti, una volta tanto, per protestare e non per "prestare servizio" ai Deputati. Le loro ragioni alla base dello sciopero che hanno indetto sono ben esposte qui.
Oggi vorrei dare voce, in sordina, al mio Lato B ed a quello di tutti gli Assistenti Parlamentari, anch'essi vittime di questa situazione.
Gli uffici di via del Pozzetto 105, dove hanno spazio i deputati della ex maggioranza e dove ora, a seguito dismissione Palazzo Marini 1, stanno arrivando anche 180 deputati della ex minoranza, coi loro assistenti, sono una discarica non a cielo aperto, peggio, a corridoio chiusi.
Da due giorni i dipendenti della Milano 90 timbrano (che strano sciopero) e scioperano non consegnando la posta, non facendo fotocopie, non accompagnando gli ospiti dai deputati ma soprattutto non ritirando la monnezza e non sostituendo carta igienica e sapone.
I Commessi della Camera, quei dipendenti stra pagati per intendersi, che controllano solo gli ingressi ma sono troppo "alti in grado per poter raccogliere l'immondizia" se ne fregano e rimandano le responsabilità!
Non si sa fino a quando questo Stato delle cose durerà. Chiaro è il disegno di Scarpellini che vuole addossare i disagi ai deputati per costringere la Camera a rinnovargli il contratto, ma chiaro è anche il disegno di chi, come noi Assistenti, che nulla centriamo con questo gioco delle responsabilità, lì dentro lavoriamo dalle 8 alle 10 ore e per andare in bagno ci dobbiamo arrangiare alla vecchia maniera.
Sui termini "vecchia maniera" ognuno speculi come meglio crede: vi lascio libertà d'immaginazione.
Certo è, cari miei amici (e lo dico davvero) della Milano 90 così è difficile avere la nostra solidarietà.
Chi la dura la vince? Vedremo.
Intanto devo andare... che mi scappa.....
Giorgio Gibertini Jolly
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