12/01/12

Aspettando il voto su Cosentino qualche considerazione politica da destra


La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha votato sì alla richiesta di procedere alle misure cautelari nei confronti dell'onorevole Cosentino. Una decisione annunciata, dopo che la Lega si era espressa in questo senso. E infatti la Giunta con un solo voto di differenza ha dato il via libera: undici voti favorevoli contro dieci contrari.

Ora spetterà all'Aula di Montecitorio esprimersi sull'eventuale arresto del coordinatore del Pdl della Regione Campania, e c'è da sperare che non si ripeta un secondo caso Papa, quando le prerogative costituzionali di un deputato furono soppiantate da interessi che erano solo e soltanto politici. Così come sono politici, e non dettati dal convincimento della mancanza di fumus persecutionis i motivi per cui la Lega alla fine ha espresso in Giunta parere favorevole all'arresto, visto che il suo capogruppo aveva a più riprese espresso un'opinione difforme rispetto a quella poi indicata dal suo partito. La Giunta per le autorizzazioni è forse uno degli organismi più delicati del Parlamento, perché governa il rapporto fra la giustizia e la politica, che negli ultimi venti anni è diventato cruciale per la sorte non dei singoli deputati, ma dei governi e delle stesse legislature.

La Giunta, insomma, dovrebbe non tutelare i privilegi dei parlamentari rispetto ai cittadini comuni, ma vigilare che la giustizia non aggredisca in modo ingiustificato la figura del politico, salvaguardando così il dettato dell'articolo 68 della Costituzione. Invece, da quando la giustizia è diventata a tutti gli effetti uno strumento di lotta politica, quel delicatissimo organismo parlamentare si è politicizzato.

A questo punto la partita si sposta in Aula, e il precedente del dicembre 2009, quando fu respinta una richiesta di arresto per Cosentino che riguardava reati molto più gravi. Ma c'è un altro aspetto, ancora più paradossale, da sottolineare: il relatore del primo provvedimento contro Cosentino era l'onorevole Lo Presti del Pdl, che si pronunciò convintamente contro l'arresto, e la Camera respinse la richiesta dei pm. Oggi invece lo stesso Lo Presti, che nel frattempo è passato a Fli, chiede la cattura di Cosentino. E' evidente che le motivazioni di questo cambio di atteggiamento non possono essere che politiche, e non basate su una valutazione serena delle carte inviate dai magistrati.

La situazione è stata descritta molto bene dall'onorevole Sisto, che è uno dei membri del Pdl nella Giunta: "Il parlamentare dovrebbe riprendersi la sua coscienza e tutelare il Parlamento nel momento in cui l'aggressione è totale. Difendendo cioè l'articolo 68 da queste fughe verso il giustizialismo che servono a conquistare credibilità verso parte di una piccola piazza ma fanno perdere credibilità all'istituzione".

Il caso Papa, con il trattamento disumano che gli è stato riservato dalla procura di Napoli, dovrebbe indurre i deputati a una riflessione molto attenta sulle conseguenze di un sì all'arresto anche per Cosentino. Il giustizialismo eretto a bussola di Montecitorio costituirebbe un vulnus non solo all'indipendenza del Parlamento, ma anche alla stessa giustizia.

Di Paolo

4 commenti:

  1. Io dico questo: all'estero quando un politico è accusato di qualcosa, dal furto di caramelle a reati più gravi, spesso si dimette, soprattutto quando le accuse hanno qualcosa di fondato.

    Ora, Cosentino l'ha spuntata una volta, non so se a sto giro la spunterà. Indipendentemente dal ruolo della lega, che nel 2009 lo salvò e che oggi probabilmente lo condannerà, ritengo che sia arrivato il momento per Cosentino di essere giudicato dalla legge. Non è un aggressione ad un politico, è la giustizia.

    Ricordo che un parlamentare è in primis un uomo e come tale se è accusato di qualcosa, deve essere giudicato da un tribunale, senza protezioni parlamentari.

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  2. Paolo, se qui in Italia si dovessero dimittere tutti i politici accusati di qualche cosa, credo che non solo il governo ma anche entrambe le camere si svuoterebbero completamente! Stamattina mi è caduto l'occhio su titoli di alcuni quotidiani esposti in una edicola-caffè. Io da anni non compro più mezzo quotidiano, ma purtroppo l'occhio è cascato e in prima pagina c'erano accuse a Monti su una casa che gli sarebbe stata praticamente regalata...non voglio entrare nel merito della questione, infatti il quotidiano non l'ho comprato...ma ovviamente la cosa non mi stupisce (mi avrebbe stupito il contrario: non leggere nessuna accusa nei suoi confronti) oggi la politica in Italia è questa: accusare, querelare o comunque cercare di rovinare l'immagine del politico sul quotidiano di turno...che poi le accuse siano vere o non vere alla fine conta ben poco!! L'importante è distruggere l'avversario, il caso Boffo insegna...alla fine sembra che era tutta una bufola e che egli era completamente innocente (sottolineo il sembra perchè a sto mondo diventa sempre più impossibile distinguere ciò che è vero da ciò che è falso) sta di fatto che Boffo si è dovuto dimmetere dal'incarico di direttore dell'Avvenire e il risultato è stato ottenuto: fatto fuori!

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  3. E allora cosa facciamo? Sono tutti ladri e ce li teniamo tutti? No, li cacciamo tutti, ad uno ad uno. Stasera c'è l'occasione di far processare uno, cominciamo da lui. E' lasciando correre che negli anni si è arrivato ad avere un parlamento pieno di persone coinvolte in scandali ed altre storiacce.

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  4. Paolo, io ho paura che come i veri matti non erano quelli rinchiusi in manicomio, analogamente i ladri più grossi non siano mai quelli che finiscono dietro le sbarre! Ovvio che se io o te rubiamo una mela molto probabilmente finiamo dentro...se questo per te significa cominciare allora non c'è bisogno di cominciare: è sempre stato così!
    Adesso mi si accuserà anche di voler difendere i ladri di frutta!

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