24/11/11

Come proseguirà la crisi in Italia/Europa? Cosa accadrà?


A partire da fine 2008, con amici e parenti sostenevo che la crisi era una crisi profonda, perché era una crisi del sistema! Sostenevo che la storia si ripete sempre e che se andavamo a studiare la famosa Grande Crisi del 1929, potevamo notare come le cause che avevano generato quella crisi fossero tremendamente simili a quella del 2008-2009.
La Grande Crisi del 1929 ci "insegnava" come il picco della crisi fosse giunto parecchi anni dopo con il picco più basso della produzione industriale raggiunto nel 1933 (3-4 anni dopo). Io sostenevo che ci saremmo dovuti aspettare una situazione analoga ma amplificata in quanto ora il sistema economico e molto più grande e su scala mondiale!
All'epoca mi fu dato del catastrofista, gentilmente forse evitarono il termine "pazzo", ma io ebbi l'impressione che lo pensassero.
Negli anni successive 2009 e 2010 tutti continuavano a sbraitare che il peggio era passato e che la crisi non era sistemica, ma...oggi, dopo circa 3 anni, i dati mi stanno dando sempre più ragione. E sembra sempre più evidente che sta avvenendo ciò che sostenevo.

E poi? Cosa accadrà nei prossimi mesi/anni? Beh, anche in questo caso possiamo avere un'idea (sempre ridotta in scala) con quello che accaduto pochi anni fa in Argentina! L'Argentina era forse il Paese più ricco del Sud-America, quello più sviluppato, più industrializzato, quello più simile all'Italia. Ricordo i mesi che precedettero il crollo di quel Paese, quanti insistevano con il sostenere che il Paese era solido, che possedevano ottime aziende e che quindi sarebbero riusciti a risollevarsi e risolvere i loro "problemi". Le dichiarazioni di questi giorni dei nostri politici ed economi mi sembrano l'esatta fotocopia di quelle dichiarazioni argentine! Quante analogie! Ricordo i buoni di stato argentini che crescevano di interesse a dismisura...e ricordo parecchi amici allettati da questi buoni rendimenti che ne acquistarono e poi...
...e poi la storia si ripete sempre!

Riporto queste righe, prese da wikipedia, ho messo in grassetto i punti più salienti: prepariamoci!

Durante il 2002 inflazione e disoccupazione continuarono a peggiorare. Il vecchio tasso di cambio 1 a 1 era schizzato a quasi 4 pesos per dollaro, mentre l'inflazione accumulata dal momento della svalutazione era circa pari al 80%. La qualità della vita dell'argentino medio si era abbassata di conseguenza; molte imprese chiusero o fallirono, molti prodotti importati divennero praticamente inaccessibili ed i salari furono lasciati così com'erano prima della crisi.
Dato che la quantità di pesos in circolazione non bastava a soddisfare la richiesta di contanti nemmeno dopo la svalutazione, grandi quantità di valuta complementare continuarono a circolare. La paura dell'iperinflazione come conseguenza della svalutazione limitò velocemente l'attrattività dei ricavi associati a queste valute, derivanti dalla convertibilità con il peso. La loro accettabilità divenne molto irregolare, in quanto dipendeva ora dalla volontà dello Stato di prenderle come pagamento di tasse o di altri addebiti. Molto spesso esse erano accettate a meno del valore nominale, un esempio estremo sono i Federal di Entre Ríos che erano valutati in media al 30% del valore nominale dato che il governo provinciale che li aveva emessi era riluttante a riprenderseli indietro. Il Patacón fu un'eccezione a questo fenomeno dato che era spesso scambiato 1 a 1 col peso. Circolavano voci sul fatto che il governo avrebbe semplicemente bandito le valute complementari da un giorno all'altro invece di ritirarle a tassi svantaggiosi, lasciando così i loro proprietari con inutile carta stampata.
Depositanti che protestano per il congelamento dei conti. I loro conti in dollari furono convertiti in pesos a meno della metà del loro valore.
Molte compagnie private furono colpite dalla crisi: Aerolíneas Argentinas, per esempio, fu una fra le imprese più coinvolte e dovette fermare tutti i voli internazionali per vari giorni nel 2002. La compagnia aerea andò vicina al fallimento ma riuscì a sopravvivere.
Molte migliaia dei nuovi senzatetto e disoccupati argentini trovarono lavoro come cartoneros, cioè raccoglitori di cartone. Si stima che nel 2003 da 30.000 a 40.000 persone frugassero per le strade alla ricerca di cartone per guadagnare quanto bastava per sopravvivere vendendolo agli impianti di riciclaggio. Questo è solo uno dei tanti metodi che si utilizzavano in Argentina per far fronte ad un tasso di disoccupazione che era salito fino al 25%.
Anche l'agricoltura sentì le conseguenze della crisi: i prodotti argentini erano rifiutati in alcuni mercati internazionali per paura che arrivassero danneggiati a causa delle cattive condizioni in cui erano coltivati, l'USDA applicò per esempio restrizioni su cibo e farmaci che arrivavano negli Stati Uniti dall'Argentina.

2 commenti:

  1. ..da allora però l'Argentina, fino ad tutt'ora, vanta una crescita annua quasi spaventosa, seconda solo alla Cina, con un Pil in crescita annua del 7-9%.. molti analisti dicono che da noi, se davvero cadessimo in una crisi del genere, successivamente difficilmente accadrebbe perchè non abbiamo una moneta solo nostra..

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  2. Attenzione, perchè un conto sono i dati ufficiali e un conto è la situazione reale! Sinceramente non conosco i dati attuali dell'Argentina (crescita e inflazione) ma ho un amico (e fornitore) che ha tre impianti di produzione: Messico, Colombia e Argentina...e mi racconta che la situazione in Argentina in questo momento è tragica!! Stanno infatti pensando di chiudere totalemtne l'impianto! La situazione è disastrosa, riescono a lavorare al massimo 2 giorni alla settimana. Continui scioperi, operai sempre in malattia, continue proteste, ecc.
    Ho fatto una veloce ricerca al volo...e ho trovato

    1) dati sul pil:
    2009 +6.80 (41esimo posto in classifica mondiale)
    2010 +0,90 (102 posto in classifica mondiale)
    2011 (stimato) +7,5%

    2) trovatoconferma di ciò che ho scritto all'inizio di questo commento, leggete qui (fonte: http://www.rischiocalcolato.it/2011/11/argentina-venti-di-crisi-finanziaria.html):
    Mentre l'Economist dà un allerta alquanto chiaro agli investitori, è Seprin -un sito argentino- a gettare l'allarme più pesante, aggiungendo ai dati ufficiali quelli del mercato nero.
    Economia: il PIL cresce del 7,5%, ma l'inflazione cresce del 25%. La bilancia commerciale è positiva, e i consumi crescono. Disoccupazione 8%; Debito pubblico: 50,3% del GDP. Chiave della politica dei Kirchner: populismo interno e moratoria sul vecchio debito con l'Estero.

    Occhio perchè tra quello che ci raccontano e la situazione reale c'è sempre una bella differenza! Anche qui in Italia ci stanno dicendo che va tutto bene, che le nostre banche sono le migliori e che i ristoranti sono sempre tutti pieni...

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