E’ allo studio del Governo Monti una misura con cui si prevede di aumentare le tasse sul cosiddetto junk food, per riversare i proventi sul servizio sanitario. Anche tralasciando di ricordare la promessa secondo la quale non ci sarebbero state nuove tasse, dopo la corposa manovra d’inverno, una tale misura è quantomeno opinabile.
E non occorre essere un fanatico del Mac Donald’s per schierarsi con tanta decisione a favore del cibo-immondizia! In realtà, come spesso accade, non è sufficiente fermarsi ad un livello superficiale nella lettura delle proposte normative. Lo Stato può vietare o permettere alcuni comportamenti, ma appare di dubbia legittimità incentivare il consumo o l’utilizzo di alcuni beni piuttosto che di altri, distorcendo le logiche di mercato secondo valutazioni più morali che pratiche. Insomma, si tratta di decisioni che pongono in discussione il concetto di libertà.
Se è vero che la mia libertà finisce dove comincia quella altrui, viene da chiedersi che danno può provocare un panino in un fast food. Alcuni obietteranno che si tratta di cibi grassi che conducono all’obesità e alle patologie ad esse connesse, con un conseguente aggravio dei costi per la collettività. Mai questo è meno vero come nel settore alimentare. Che dire allora dei nostri pregiati salumi italiani, del lardo di Colonnata, del Parmigiano o dell’olio d’oliva? Da bandire anche questi? Ogni cosa è buona o cattiva conformemente all’uso che se ne fa. Anche il prezzemolo in dosi consistenti può essere letale. Ciò che è insopportabile è dunque l’arroganza di alcuni che si ergono a maestri per tutti gli altri, decidendo quali siano i comportamenti preferibili e quali non lo siano.
Ognuno ha il diritto di scegliere la condotta di vita che preferisce, se no il rischio è quello di cadere in una pericolosa deriva proibizionistica. Il fatto in questione non è per nulla di poco conto, considerato che, come ricorda la saggezza popolare, “il diavolo si nasconde nei dettagli”. Non stupisce che, secondo questo principio il liberale Antonio Martino, già Ministro della Difesa, economista di chiara fama, decise di scrivere un libro intitolato “Fuma pure!” in cui si schierava contro la criminalizzazione delle sigarette. Il junk food, in ogni caso è ben diverso dalle sigarette, dato che il suo consumo non implica necessariamente e immediatamente un danno per la salute, né si può dire che dia una vera e propria dipendenza.
Se si trattasse, comunque, di una battaglia volta esclusivamente a difendere hamburger e patatine forse sarebbe cosa assai marginale. Si tratta –è vero- di una piccolissima rinuncia alla libertà personale, con la riduzione del reddito reale disponibile impiegabile per il consumo di questo genere di cibo, ma in fin dei conti è sopportabile. Non è così. Si parla del lavoro di migliaia di persone tra primario e indotto. Dire che una catena come Mac Donald’s è americana, infatti, non significa asserire di conseguenza che anche i cibi che smercia provengano dagli Stati Uniti. Il pane di Mac Donald’s, per esempio, è realizzato tramite il grano emiliano e permette un introito a centinaia di agricoltori della zona. La carne bovina impiegata è anch’essa italiana, come lo sono gran parte degli ingredienti. Se guardate sulla vostra bottiglia di Coca cola, constaterete che essa viene “prodotta e imbottigliata” in uno stabilimento italiano, spesso vicino alla vostra Regione. Aumentare le tasse per questi alimenti corrisponde a diminuire il loro consumo e, di conseguenza, sottrarre lavoro. E’ quindi paradossale che il tema venga rilanciato in questi giorni proprio da Coldiretti che, tramite un sondaggio online, ha appurato che circa l’81% di italiani approverebbe una maggiore tassazione su bibite e panini.
Vi è poi un ulteriore elemento. E’ convincente l’affermazione secondo la quale limitare l’uso dello junk food diminuirebbe i danni alla salute? Su questo sembra essere assai scettico Andrea Ghiselli, Dirigente di ricerca e Responsabile dell'ufficio comunicazione INRAN (Istituto Nazionale Ricerca per gli Alimenti e l’Agricoltura, ente controllato dal Ministero delle Politiche Agricole). ''Non entro nel merito politico-economico di una tassazione del cibo perche' esula dalle mie competenze - dice - ma non si faccia in nome di un miglioramento dell'alimentazione degli italiani perche' non ha senso. Sono sempre scarse le risorse che abbiamo a disposizione per la prevenzione e la corretta educazione alimentare, ma una tassa discriminatoria potrebbe aumentare la confusione, oltre ad essere regressiva. Non e' corretto infatti classificare gli alimenti in buoni e cattivi, cibi si' e cibi no, ed e' cattiva educazione alimentare. Come facciamo inoltre a definire il junk food? Alimenti troppo ricchi di grasso? Di calorie? Di zucchero? Di sale? Allora e' junk food tanta parte del patrimonio alimentare italiano, dall'olio di oliva, al parmigiano, al prosciutto crudo. Terzo ma non ultimo: il consumo di prodotti comunemente considerati junk food, come merendine e bevande carbonate, rappresenta oggi una piccola parte dell'apporto calorico della popolazione italiana, ma si vorrebbero additare come responsabili dell'eccedenza ponderale''.
Dunque, cari amici, non fumate se possibile ma, senza eccedere, sparatevi pure il vostro big mac!
Di Marcello Spirandelli
Personalmente, come scritto in un altro commento, detesto il cibo fast-food! Ma è questione di gusto personale! Non esistono "veleni" in modo assoluto, tutto dipende sempre dalle quantità. Anche l'acqua stessa può diventare un "veleno" (ricordo pochi anni fa una ragazza morta perchè per scommessa aveva bevuto troppa acqua tutta in una volta).
RispondiEliminaA questo punto, allora andrebbe tassato anche il prezzemolo (e tanti altri alimenti) che è cangerogeno!
Ovviamente mangiate pure una bella salsa verde con il bollito (senza esagerazione) perchè in natura esistono tanti alimenti che invece tendono ad essere "anti-cancerogeni" come la maggiorparte della frutta e della verdura! L'importante è mangiare in modo variato, equilibrato e senza eccedere troppo in cibi grassi come appunto lardo, salami, fritti citati nell'ottimo post! La classica dieta alimentare ricca di frutta, verdura, olio d'oliva e carboidrati (pasta e riso), carne e pesce...e io a fine pasto mi fumo anche un bel sigaro...non credo proprio infatti che fumare un sigaro (come mangiare un big mac) una volta ogni 15-20 giorni sia così nocivo!