30/05/12

Cause ed evoluzione del terremoto in Emilia: la parola al geologo


Mi è accaduto, per ragioni lavorative, di occuparmi del terremoto che ha squassato l’Emilia. Mi sono reso conto, anche cercando di documentarmi sulle agenzie di stampa e sulla rete, che c’è un’enorme confusione riguardo ai fattori scatenanti e all’evoluzione della situazione. In queste condizioni di estrema incertezza ho dunque cercato delle coordinate che mi dessero alcuni punti di riferimento, cercando di sapere cosa sta succedendo, cosa è possibile ipotizzare e cosa è, invece, impossibile prevedere.
Per far questo non potevo che rivolgermi a un geologo. Il dr. Loris Tietto è della Provincia di Rovigo e conosce il territorio in modo approfondito. Sta osservando sul campo gli sviluppi di questo fenomeno che sembra presentare caratteristiche atipiche anche per un territorio ad alto rischio come quello italiano.

Dr. Tietto, perchè una zona che non era considerata sismica, come quella della pianura emiliana, è ora interessata da scosse di medio-alta intensità?
In Italia non esistono zone che possano essere reputate “non sismiche”. Al massimo possiamo trovarci di fronte ad un basso grado di rischio sismico, che non esclude il manifestarsi di eventi anche di notevole intensità. Anche nel caso vi sia una bassa probabilità che si verifichino terremoti, e un territorio venga pertanto reputato a rischio limitato per persone e cose, eventi anche di una certa intensità possono, nonostante tutto accadere.

Cosa sta avvenendo esattamente nella Pianura Emiliana?
Spieghiamolo con una terminologia semplice. Africa ed Europa sono in collisione tra loro. In mezzo a questo scontro epico si sta aprendo un bacino (in verità una serie di bacini protooceanici) che hanno generato il distaccamento della penisola italica dal corpo continentale francese-iberico. Attualmente, si sta aprendo (in tempi geologici) l'oceano Tirreno che spinge gli Appennini, che fanno pressione a loro volta sulle Alpi. Dato che le Alpi sono "pesanti" da spingere, in corrispondenza di questa collisione, sotto la Pianura Padana si creano delle pieghe che durante la loro formazione subiscono delle fratturazioni, creando delle faglie. Nella rottura si genera il terremoto.

Possiamo aspettarci che nelle prossime ore il fenomeno continui?
Proprio su questo punto è in corso un intenso dibattito nella comunità scientifica. Il mio punto di vista è che non sia possibile prevedere i fenomeni tellurici, anche se ci sono teorie talvolta fantasiose a riguardo. Scientificamente è possibile dire, ricorrendo alla statistica, se probabilisticamente può accadere un evento sismico, sulla base delle serie storiche.
La risposta alla sua domanda è che non è in alcun modo possibile formulare previsioni totalmente attendibili sul fenomeno. Personalmente, e da bibliografia, ritenevo, come molti altri, che, con la prima scossa, il grosso dell'energia accumulata dalle rocce si fosse dissipato. Evidentemente questo non è avvenuto.

I terremoti di oggi sono collegati con quelli del 20 maggio?
L'evento odierno di Mirandola è un nuovo evento non subordinato al precedente. E' vero però che tutta l'area è in movimento e quindi, nonostante i due fenomeni non siano in rapporto di causa-effetto sono parte di uno stesso fenomeno. Sembra che quelle che ci troviamo di fronte siano faglie distinte, benchè parallele. I due grandi sismi di magnitudo 5.8 e 5.9 del 20 e di oggi potrebbero quindi essere parte dello stesso grande evento ma che rappresenta due fratture distinte tra loro. Questo spiegherebbe le scosse di ieri che certo non possono essere definite “di assestamento”.

Alcuni hanno parlato del risveglio di una faglia inattiva…
Il concetto di "attività" è relativo al tempo trascorso dall'ultimo evento.  400-800 anni...è niente geologicamente! E’ quasi lo stesso istante! Il termine inattivo può essere usato quando per Milioni di anni tutto attorno alla faglia si sono verificati una quantità considerevole di terremoti ed essa, nonostante ciò, non ha dato cenno di movimento. Ciò significa che i movimenti e le energie da dissipare hanno trovato vie più efficaci per scaricare le tensioni litostatiche.

Come mai strutture moderne e considerate "a norma", come i capannoni industriali, sono crollate, producendo molte delle vittime delle scosse del 20 e del 29 maggio?
E' possibile che strutture moderne, così definite, siano state progettate con criteri antisismici obsoleti o inesistenti. Basti pensare che l'obbligo legislativo di effettuare determinate verifiche antisismiche, quale la verifica a liquefazione delle sabbie, sono state introdotte obbligatoriamente ed in maniera chiara solo con il DM 29/2008 relativo alle Nuove Norme Tecniche Costruttive (NNTC). Si tratta di indagini che costano dai 1000 ai 3000 euro ma che possono determinare, in caso di evento sismico, la differenza tra un edificio ancora in piedi ed uno crollato.

Qual è il ruolo del geologo nel campi della prevenzione?
Il geologo non fa certo previsioni. Il geologo può solo giocare d'anticipo. Sa che l’evento accadrà, ma non quando. Il nostro motto è “estote parati”: siate sempre pronti!

Che cos'è il fenomeno della liquefazione delle sabbie che sta coinvolgendo alcune zone dell’Emilia e del Veneto?
La liquefazione delle sabbie è un fenomeno che deriva, come conseguenza, da un'oscillazione tellurica. Strati di sabbia intrisi, come è normale, di acqua e con un grado di consolidamento abbastanza basso, se "agitati e vibrati", dall'evento sismico vanno in liquefazione. I granelli di sabbia iniziano a galleggiare nell'acqua che li circonda. Se l'acqua e sabbia riescono a trovare una via di fuga, ecco che abbiamo la fuoriuscita di tutta questa sabbia dalle viscere della terra.

Lei crede che il rischio per la pianura padana sia destinato ad aumentare nei prossimi anni?
L'approccio probabilistico parte dal presupposto che gli eventi continuino a verificarsi perennemente con una velocità costante di ripetizione. Geologicamente questi due eventi principali sono avvenuti "contemporaneamente". Nulla toglie che vi siano naturali condizioni al contorno che "accelerino" questi processi, sulla nostra scala temprale...che non ha nulla a che vedere con la scala geologica degli eventi.


int. di Marcello Spirandelli a Loris Tietto

2 commenti:

  1. Ottimo approfondimento, grazie Marcello e grazie dott. Tietto. Da diffondere OVUNQUE!

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  2. Io mi sono chiarito, infatti, parecchie incertezze. Mi ha lasciato un po' basito invece sentire a Primaserata con Vespa che, in caso di terremoto, in alcune zone del Paese potrebbero contarsi migliaia di vittime. Abbiamo un Paese sismico ed edifici che per la gran parte tutto sono fuorchè antisismici

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